Il Ciclo della Redenzione

Buongiorno cari lettori
Riprendiamo i nostri articoli per avvicinarci sempre di più alla comprensione della Legge, al fine di avere gli strumenti necessari per seguirla e procedere celermente verso la nostra Meta Finale: il ritorno a Dio, riconquistando quella Felicità tanto agognata.

Intanto iniziamo con il dire che la Redenzione consiste nel movimento universale di ritorno delle creature ribelli al Padre, cioè di tutti noi che arbitrariamente ci siamo allontanati da questo Centro di Vita, il Sistema, che è l’Eterno, per piombare, con la Caduta, conseguenza della Ribellione, alla sua periferia, l’Anti-Sistema. Se il Centro corrisponde alla vita, alla gioia, all’unità, all’amore organico, la periferia corrisponde alla morte, al dolore, alla separatività, e all’egoismo individualista.

Il ciclo di redenzione si compone di 3 fasi: ciascuna fase corrisponde ad esperienze differenti e si può completare in una o più vite.

Le 3 fasi corrispondono nel loro aspetto evolutivo a:

  1. Fase dell’ignoranza
  2. Fase dell’esperimento
  3. Fase della conoscenza

Le stesse 3 fasi, viste dall’aspetto correttivo e salvifico, possiamo così nominarle:

  1. Fase iniziale dell’errore (lancio della traiettoria sbagliata)
  2. Fase curativa del dolore (correzione della traiettoria sbagliata)
  3. Fase risolutiva, del risanamento (lancio della traiettoria corretta)

Il punto di arrivo è comunque sempre la Salvezza, il Ritorno a Dio.

Il punto iniziale di ogni ciclo corrisponde sempre a quello dell’ignoranza-errore: il punto finale rimane sempre quello della conoscenza-risanamento.
Questo perché ogni nostra esperienza è un movimento che seppur nel piccolo, riflette il grande respiro dell’intero Universo, che va dall’Anti-Sistema al Sistema, dalla Caduta e della Salvezza.
Dunque ogni esperienza ci serve per capire quel tanto di più che ci avvicina passo dopo passo alla Conoscenza completa e definitiva, che risiede solo nel nostro rientro nell’Assoluto.

Essendo l’essere umano mosso prevalentemente dai propri istinti, dalle basse forze del subcosciente, si trova per lo più in una posizione di involuzione, una posizione anti-Legge, che lo porta inevitabilmente a commettere sbagli ed errori continui.

Sbagli ed errori in funzione della Legge di Dio, che governa e regge la vita e l’esistenza ad ogni livello, che uno ci creda o meno. L’essere decaduto nell’ignoranza, per un volontario moto di opposizione alla Volontà dell’Eterno, persegue ancora, seppur immemore della Colpa Iniziale, lo schema della Grande Rivolta. Ricalcando tale schema, si trova imbrigliato nella logica conseguenza delle sue azioni negative.

Così l’essere involuto, mancando di quella intelligenza che gli serve per autodirigersi, continua a commettere errori, che fatalmente dovrà pagare con il dolore. Dolore che ha la funzione correttiva dei nostri sbagli.

La prima causa dei nostri errori risiede nella nostra superbia e ignoranza, nel nostro egoismo separatista che ci porta ad anteporre il nostro “io” davanti a tutto e a tutti; nella ricerca del nostro utile e vantaggio a discapito di quello degli altri, nel nostro godimento personale che sarebbe perpetrato ad oltranza se non vi fosse l’intervento correttivo del proprio danno e dolore.

L’essere umano potrebbe, teoricamente saltare questo ciclo tri-fase, evitandosi una gran mole di sofferenza, se solo conoscesse come dovrebbe orientare la propria vita, e come dovrebbe comportarsi. Questo di fatto è il motivo che ci spinge a scrivere i nostri articoli: proprio questo, evitare a tutti noi un sacco di dolore. Ma l’essere umano è recalcitrante spesso ai buoni consigli, così preferisce fare di testa sua e sperimentare da sé la verità di quello che qui andiamo affermando.

Nella prima fase -ignoranza/errore-, la Legge lascia libero l’essere di sperimentare, rispettando la sua libertà individuale. Consente lo sfogo e la sperimentazione dei propri istinti. In questa fase l’essere ottiene dei momentanei successi: gode, arraffa, vince sommergendo gli altri, ha la strada spianata verso il proprio vantaggio egoistico, sembra che tutto gli vada bene: questa è la prima lezione che impara ed il momentaneo successo lo inganna. Infatti la gioia che consegue da questi atti disarmonici è illusoria, instabile e destinata a trasformarsi in dolore nella seconda fase.

La seconda fase -esperimento/dolore- si apre con l’individuo lanciato a tutta velocità dagli impulsi delle sue basse forze istintive, continuando nella direzione della prima fase, solo che ora non trova più le condizioni ottimali che aveva avuto in precedenza, ma invece una serie di ostacoli, di veti, di impossibilità ad avere la meglio sull’ambiente e sugli altri, posti in essere dalla Legge. Ecco che l’individuo ha le porte chiuse al successo, che prima aveva garantito, e questo lo porta all’inevitabile sofferenza e dolore.

Quello che succede in realtà è che l’essere, seguendo questi impulsi anti-Legge, finisce inevitabilmente con lo scontrarsi sugli argini posti dalla Legge di Dio, da cui nessuno può uscire, con il dolore reattivo che consegue da questo urto.

Ecco che nella seconda fase avremo allora una vita di tipo differente, cioè non di abuso ma di pagamento, non di disordine anti-Legge, ma di riordinamento secondo la Legge. La prima fase è stata quella della libera iniziativa dell’individuo, che però, sia pure a suo modo, si legava da sé alle sue responsabilità. La seconda fase è quella deterministica, in cui invece è la Legge che comanda, risanando il male e ricostruendo l’ordine la dove fu violato.” (Pietro Ubaldi, La Tecnica Funzionale della Legge di Dio)

In questa seconda fase, vediamo come l’esperienza dolorosa, abbia la funzione di correggere la forma mentis dell’individuo, dove, se nella prima fase pensava di poter fare tutto quello che voleva, ora inizia a creare una connessione di idee differenti, e quindi ad apprendere la necessità di un nuovo comportamento e di nuove attitudini. Le nuove idee correttive vengono registrate e sedimentate nel subcosciente che forniranno un nuovo bagaglio di impulsi e di istinti e che costituiranno la nascita di una nuova e più evoluta personalità.


La Legge è un concetto ed un principio immateriale, non si manifesta sul nostro piano che attraverso le forze e le forme che l’esprimono” (Pietro Ubaldi, La Tecnica Funzionale della Legge di Dio)

In pratica per far pagare al violatore il debito che ha contratto con un comportamento errato, la Legge può utilizzare quale esattore del debito contratto con la Divina Giustizia, un altro individuo ancora più arretrato nel cammino evolutivo, e che è per sua natura portato a compiere atti malefici e dannosi.
In questo modo si compie l’espletamento di due destini: quello di chi paga, che attraverso il dolore che subisce salda il debito e sperimenta il dolore necessario alla sua redenzione; e quello di chi fa pagare e che va però creando a sua volta, in piena libertà, il proprio debito che dovrà a sua volta pagare in futuro.

In questo modo il nemico che ci fa soffrire, si può fare amico che ci fa salire, in quanto ci consente il pagamento del debito passato che abbiamo contratto. A sua volta, costui è uno strumento inconsapevole nelle mani della Legge, la quale non obbliga nessuno a compiere il male. Il male infatti è un prodotto della nostra infecondazione e di cui siamo diretti responsabili e a cui rimarremo legati per la legge di causa ed effetto (karma).

In questo modo viene percorsa la seconda fase del ciclo, e si conquista la conoscenza che ci fa evolvere. La ricostruzione della nostra personalità spirituale avviene per gradi, per ogni qualità che dobbiamo ricostruire della nostra Scintilla Divina decaduta e sprofondata nell’oblio della materia. Una ricostruzione meticolosa che non si ricostruisce se non con un incessante lavoro e fatica, in ogni campo dell’essere, dal sentimento come dell’intelletto e in ogni campo della vita.

La terza fase -conoscenza/risanamento-, è quella dove l’essere si incarna per vivere in armonia con la Legge, ed è la fase del lancio delle traiettorie corrette. Dove non si creano debiti. Questa fase è indispensabile in quanto se nella seconda si comprende l’errore, in questa terza bisogna consolidare e imparare a pieno. Infatti i risultati raggiunti nella seconda fase, del dolore, devono essere fissati nella personalità, e trasformati così in nuovi istinti e qualità acquisite.

La seconda fase ci insegna a non commettere più errori, la terza fase ad agire in armonia e a capire i vantaggi di vivere in sintonia con la Legge di Dio.
Questo è il ciclo tri-fase della Redenzione: ciclo con cui si costruisce la nostra personalità, ciclo con cui avviene il riassorbimento delle qualità negative di tipo anti-Sistema, in quelle positive di tipo Sistema.

Naturalmente può avvenire che una singola fase si prolunghi per più vite, o invece che si esaurisca in una sola vita. Vi possono essere destini misti, in cui si intrecciano due o più fasi successive. Difficilmente si possono trovare interamente nella vita di un individuo una sola fase allo stato puro.

Ognuno di noi può e dovrebbe analizzare sé stesso in rapporto alle qualità che lo spirito deve riconquistare rispetto alla purezza e perfezione che la Legge richiede per essere reintegrati nell’Assoluto: capire quali parti della propria personalità si trovano in una piuttosto che in un’altra fase, e lavorare attivamente e coscientemente per migliorare le proprie lacune ed evitarsi dolorose conseguenze.

Questo in breve è il ciclo della Redenzione, in cui si comprende ancora una volta l’utilità del dolore come funzionale all’evoluzione. Dolore obbligatorio data la nostra posizione arretrata lungo la scala evolutiva. Dolore che elimina il dolore, male che elimina il male, entrambi strumenti a disposizione della Legge per salvare le creature riluttanti e ribelli ad ogni invito amorevole posto in essere dall’Eterno attraverso gli insegnamenti spirituali ed etici che dall’Alto discendono a illuminarci la strada.

Nel prossimo articolo svilupperemo le posizioni dell’essere umano di fronte alla Legge, e avremo modo di capire ancora meglio la necessità di una presa di coscienza individuale per evolverci senza danni.

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