Il Dolore -cause, funzione, cessazione-

Oggi tratteremo uno degli aspetti più importanti della nostra vita, in quanto tocca tutti noi e la sua comprensione può cambiare radicalmente la nostra esistenza: il dolore.

Iniziamo col dire che il dolore è una forza usata dalla Legge di Dio e a disposizione dell’essere umano per raggiungere il fine stesso della vita che è l’evoluzione, con tutte le conseguenze positive che questa comporterà per noi tutti.

L’atteggiamento dell’essere umano nei confronti del dolore è spesso di difesa e ribellione.

La Scienza, nella medicina in particolare, ha mosso guerra al dolore, cercando di eliminarlo, di sopprimerlo ad ogni manifestazioni e in qualsiasi forma esso si presenti, dal dolore fisico, a quello psichico ed emotivo.

L’uso della chimica, degli psicofarmaci, degli anti-infiammatori, degli anti-biotici, dei vaccini ecc…, sono tutti volti a “garantire” la salute, a “sconfiggere” la malattia, sia essa fisica o mentale e quindi a sopprimere il dolore. Una medicina interventista sui sintomi e sugli effetti, che se riesce ad intuire le cause prossime del malessere,  perde il filo di tutte le cause più remote che danno o daranno i loro inevitabili effetti nella vita dei singoli individui e della società.

Ma questa scienza materialista, che indaga la materia nelle sue più intime strutture, non vede tutta l’immensa vita dello spirito, che gli sfugge, che non coglie e di cui non vede nemmeno le mete ultime.

Nonostante l’avanzare delle conoscenze in ogni campo, il dolore, questo fardello, non è mai cessato. Sempre pronto a ripresentarsi in forme diverse, con nuovi attacchi alla nostra vita organica ma anche e soprattutto alla nostra vita psichica e spirituale.

La vita lo ripropone sempre, avrà per questo una sua funzione? La vita utilitaria che nulla spreca, economa e saggia, se presenta questa forza tra le sue forze, ci vorrà forse insegnare qualcosa? Che senso ha tutto il penare delle nostre esistenze?

La scienza non ha capito che il dolore ha una funzione fondamentale di equilibrio nella economia della vita e come tale non si può eliminare” (La Grande Sintesi, Pietro Ubaldi)

Il dolore ha il potere di risvegliare la nostra intelligenza e risvegliare le nostre coscienze. Ha dunque un fondamentale ruolo nel fenomeno evolutivo del pianeta e dell’essere umano. Il dolore impone superamenti in ogni campo, trasformazioni, cambiamenti.

Non c’è uomo che non abbia con sé il suo segreto dolore; il dolore è equanime, giusto, arriva laddove si altera un equilibrio che ha il suo centro nelle leggi dello Spirito. Pareggia i nostri conti, i nostri abusi, ci toglie dall’ignoranza e ci permette di migliorare. Quale grande forza amica è il dolore! Non un nemico da combattere, ma un amico al nostro servizio!

Solo nella nostra psicologia di esseri capovolti, cioè immersi nella materia e sprofondati nelle tenebre dell’ignoranza, possiamo vedere il dolore come qualcosa di ostile da cui ribellarci. La nostra psicologia è tutta da rifare. L’uomo deve riedificare sé stesso. Occorre cambiare la nostra prospettiva, cambiando le nostre finalità materiali e immediate, ma illusorie ed effimere, in finalità spirituali e lontane, ma reali e imperiture.

Ogni abuso ha una sua conseguenza, in qualunque campo a tutti i livelli. Esistono delle leggi, governate e rette dalla Legge di Dio, ed ogni violazione ad esse comporta un effetto di ritorno. L’uomo pensa di poter piegare questa Legge a suo uso e consumo, pensa di poterla frodare per il proprio tornaconto e vantaggio, ma così facendo inganna sé stesso e tutto ritorna al mittente sotto forma di dolore e sofferenza.

In questi equilibri perfetti non si muovono solo le forze grossolane delle nostre azioni materiali, ma le forze più sottili e meno comprese delle nostre azioni morali, dei nostri pensieri, delle nostre attitudini.

L’uomo davanti al dolore cerca disperatamente di difendersi, schiacciandolo, invece di assorbire il suo urto che lo esaurirebbe!

Non si neutralizza un effetto se non riconducendolo invertito alla causa, perché ivi trovi compensazione” (La Grande Sintesi, Pietro Ubaldi)

È così che quando il dolore bussa alla nostra porta, si inveisce contro Dio e contro tutti, lo si rifiuta e si cerca anche di stordirsi nel godimento per non sentire dentro di noi la morsa della sofferenza; e così facendo, generando nuovi errori, creiamo le basi di nuovi dolori, in un meccanismo senza fine.

Quanta saggezza invece nella paziente rassegnazione, vista oggi giorno come debolezza, ma che è una virtù dei forti, non dei deboli.

Una virtù di adattamento, di resistenza e di difesa che i popoli moderni vanno perdendo” (La Grande Sintesi, Pietro Ubaldi).

Così l’uomo procede nel proprio personale cammino, ma al contempo facendo parte della collettività, è legato ad un destino più grande che riguarda tutti. Ma anziché affratellarsi ai suoi simili, ingaggia costantemente una lotta di tutti contro tutti. Si vive, allora, isolati e indifferenti alla sofferenza altrui, considerando il proprio simile oppresso dalla sofferenza come un debole e un vinto, invece di un fratello da aiutare. Si passa innanzi non curandosene, senza pensare di aiutarlo affinché a nostra volta, quando saremo noi ad essere colpiti potremo trovare qualcuno disposto a soccorrerci.

È così che questo debito mai si estingue e si passa, da generazione a generazione, un fardello di dolore che ognuno dovrà portare perché anziché assorbirne gli effetti annullandone le cause, si generano sempre nuove cause con i loro inevitabili effetti.

Quindi il dolore non è figlio del caso, o di una ingiustizia, e nemmeno una punizione di un Dio capriccioso o vendicativo, ma generato dal nostro arbitrio e dalla nostra disarmonia rispetto ad un Ordine prestabilito. È in questo senso che esso rappresenta il pagamento di un debito dovuto alla giustizia della Legge di Dio, che è stata da noi deliberatamente violata!

Ogni campo, a tutti i livelli, è sempre retto e governato dalla Legge e dai suoi principi direttivi. Così è nel campo morale, sociale, economico, scientifico, fisico, chimico, storico. Creare uno squilibrio in uno qualsiasi di essi, equivale ad una quantità di dolore necessaria a riequilibrare la situazione. Nulla sfugge alla Legge! Che rappresenta una Volontà Impersonale e Deterministica, che come un ingranaggio procede inesorabile, senza che possa essere mutato, alterato, sconfitto o defraudato da nessuno!

Per ciò la Legge, non è una teoria campata in aria, ma una forza ben precisa che dirige la vita, ed è molto pericoloso violarla!

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Davanti al dolore, emergono i nostri istinti, si evidenziano le nostre qualità positive o negative. Forza e debolezza interiore emergono davanti alla sofferenza. Ed emergono non solo nel nostro dolore personale, ma anche davanti a quello degli altri. Affiora con esso inequivocabilmente il nostro egoismo o il nostro altruismo, la nostra animalità non ancora distrutta o il nostro spirito ricostruito.

Quale maestro sei dunque tu fratello dolore, che esplori le nostre anime, le scandagli e riveli a noi stessi la nostra natura, ci metti a nudo e puoi farci precipitare dai nostri piedistalli umani di vanagloria, come innalzarci alle più alte sfere spirituali, nella gloria proclamata da Cristo!

Di fronte al dolore dimostriamo la nostra vera natura, non ci sono appartenenze a religioni, strati sociali, apparenze che tengano. Il dolore riduce tutto alla sua vera sostanza. Vi sono tante forme di dolori, e diversi modi di affrontarlo. Vi sono dolori violenti e brutali, tanto più gravi quanto più l’essere si trova in basso nella scala evolutiva. Il contraccolpo sarà tanto più violento quanto sarà necessario per scuotere l’individuo spiritualmente arretrato. Si assottiglia e diventa meno cruento mano a mano che l’essere sale, perché dotato di maggiore sensibilità e saranno necessari urti meno forti per correggere le sue traiettorie sbagliate.

Dimmi come soffri e ti dirò chi sei!

Così in basso, nel piano dell’essere involuto, il dolore è senza consolazione, uno stato di desolazione senza pietà, non confortato da nessuna luce spirituale. Un dolore pieno di ira e ribellione, è il dolore di chi è lontano da Dio, il dolore del dannato, di chi vive in un inferno interiore.

Più in alto in un piano intermedio, il dolore prende una forma meno cruenta; vi è nell’animo il presentimento di una giustizia, di qualcosa di meritato. È il dolore di chi espia, di chi accetta e subisce le conseguenze delle proprie colpe e dei propri errori. È il dolore del purgatorio, che trova un conforto nella fede, e nella tranquillità interiore di chi sa. La mente illuminata dalla Conoscenza ne comprende le cause,  cessa la rabbia e subentra la pace. Si crea nella propria intimità un ottimismo anche nelle disgrazie e nelle avversità; accompagnato da uno stato di armonia interiore nonostante le esterne dissonanze.

Ancora più in alto, nel piano dell’evoluto, all’ingresso del piano super-umano, il dolore perde ogni connotazione negativa, e diventa affermazione creativa. È il dolore dei superamenti evolutivi, di chi scientemente prende in mano la propria esistenza e inizia la propria personale lotta interiore con la propria animalità e con le proprie dissonanze interiori. L’individuo è attivo nella creazione del proprio destino, e sceglie di seguire la via delle ascensioni spirituali, armonizzandosi sempre di più alla Legge di Dio, di cui desidera sempre di più esserne servo e operaio. Il dolore diventa così liberazione dai legami con le forze inferiori che vorrebbero tenerci radicati alla Terra mentre lo spirito vuole solo spiccare il volo verso il Cielo. È questo la più alta forma di dolore, quella che apre le porte del paradiso interiore. L’io si apre sempre di più, espandendo i propri confini di cui non riconosce più i limiti. E in questa espansione di sé, l’io non può che aprire le braccia al mondo e ai propri fratelli per aiutarli a conquistare anch’essi la propria redenzione.

Tre croci sul Golgota, tre esempi di dolore: il dolore di Barabba, il ribelle che maledice; il dolore di Dismas, il pentito, che espia accettando; il dolore di Cristo, dell’innocente, colui che soffre creando, benedice, ed amando, ricostruisce.

Il dolore così evolve come si evolvono tutte le cose, da dolore-danno-maledizione, diventa dolore-espiazione-redenzione, e infine dolore-sacrificio-amore.

Il dolore si evolve e noi con lui, e viceversa. Dunque il dolore oltre a rivelare ciò che siamo, ci permette di trasformarci e se oggi siamo quel che siamo, miseri e deboli, ignoranti e schiavi dei nostri istinti inferiori, furtivi e belligeranti, è proprio grazie al dolore che siamo spinti a procedere ed avanzare, ad aguzzare la nostra intelligenza e a sensibilizzarci, spiritualizzandoci.

Il dolore è il grande trasformatore, l’energia che alza il nostro voltaggio interiore; che ci sveglia dai nostri sogni illusori e ci guida alla Realtà delle cose.

Il dolore, costringendo lo spirito a ripiegarsi su sé stesso, prepara la via alle profonde introspezioni e penetrazioni, desta e sviluppa e sue qualità, altrimenti latenti, ne moltiplica tutte le potenze

Questo perché:

L’uomo resiste ad ogni miglioramento sostanziale: corre dietro ai sensi, agogna l’ascensione esteriore, economica, avido di abusare di tutto, immerso nell’egoismo del momento, ignaro del domani, chiuso orizzonte” (La Grande Sintesi, Pietro Ubaldi)

Quale altra forza, dunque, potrebbe rinsavirlo, pur lasciandolo libero di sperimentare? Quale altra possibilità avrebbe l’essere umano di comprendere i propri sbagli se non vi fosse il dolore ad ammonirlo?

Così vediamo all’opera la pedagogia divina del dolore, nel rispetto del principio fondamentale della libertà.

Libero sempre rimane l’uomo, e lo è talmente da poter ridurre ogni cosa al suo livello. Gli Ideali insegnati dai maestri dello spirito,  vengono prostituiti ed abbassati alle necessità e alla psicologia dell’uomo. Così l’Ideale rimane una chimera, un’utopia, che va bene per i Cieli, ma lontana dalla scottante realtà della vita sulla Terra.

Si predica bene, ma si razzola male. In vigore non sono gli Ideali morali ed etici, tanto proclamati ed ammirati (soprattutto se sono gli altri a farli, togliendoci dalla fatica di compierli in prima persona), ma gli istinti del ventre e del sesso, divenuti poi istinti di potere e di dominio, di lotta e di guerra, trasformatasi oggi in lotta economica, di furbizia e astuzia, meno cruenta ma non per questo meno dannosa.

E tutto questo non fa che alimentare l’ingranaggio del dolore, che si nutre dei nostri arbitri. E spetterà proprio al dolore l’ultima parola, forgiatore di anime e di destini.

Così abbiamo ognuno il proprio carico quotidiano da portare, a cui si aggiungono le sferzate di colpi collettivi. Quale soluzione dunque si prospetta a tutto questo, per questa nostra umanità pazza ed incosciente?

Per eliminare definitivamente il dolore è necessario il superamento evolutivo della nostra realtà biologica, il passaggio evolutivo dal selvaggio all’uomo, fino a raggiungere il super-uomo. Bisogna saper salire con Cristo fin sulla Croce per annullare il dolore. Risorgere in sé stessi sulle basi dell’amore. Orientare la nostra vita individuale e collettiva su basi morali ed etiche nuove!

Per avere un uomo nuovo occorrono metodi nuovi! Occorre un perfezionamento morale che comporterà una vera e propria maturazione del nostro essere. È così che:

Il dolore è la necessaria fatica dell’evoluzione, che è l’essenza e la ragione dell’esistenza […] Se il dolore fa l’evoluzione, l’evoluzione annulla progressivamente il dolore.” (La Grande Sintesi, Pietro Ubaldi)

A questo punto possiamo vedere i passaggi che portano all’estinzione del dolore:

La prima e necessaria fase è quella dell’accettazione del dolore nelle nostre vite, senza ribellione. Il paziente stato di rassegnazione che ci induce a sopportarlo con buon animo. Se non capiamo subito le cause, l’unica soluzione è comunque non ribellarsi per non andare a peggiorare la situazione.

Questo assorbimento del dolore, comporta dunque il pagamento del debito e la progressiva armonizzazione di noi stessi all’interno della Legge. È così che il dolore elimina il dolore, poiché l’essere avanza armonizzandosi sempre di più con Dio e la Sua Legge.

Armonizzarsi con la Legge significa dunque rientrare gradualmente all’interno di un ordine che è stato violato e di conseguenza redimersi gradualmente.

Riassumiamo i 3 passaggi fondamentali:

  1. Riassorbire le reazioni liberatamente eccitate dal passato,
  2. Subire pazientemente le conseguenze delle proprie colpe
  3. Ricostituito l’equilibrio mantenersi in uno stato di armonia con la Legge evitando nuove violazioni e reazioni.

Tre semplici ma sostanziali passaggi, che possono cambiare il nostro modo di vivere ed il nostro destino.

Così compreso il dolore ha già perso molto della sua virulenza e si è già ammansito. Tutto sta a capire ed imparare questa grande arte di saper soffrire.

Questo concetto è molto ostico alle nostre menti e posto agli antipodi della nostra psicologia basata sul “carpe diem”, del godiamo adesso tanto non vi è domani! Ma il domani arriverà e ci coglierà impreparati!

Accogliamo dunque, prima di nuove fatali conseguenze, l’aiuto che qui ci viene in soccorso, evitandoci nuove e gravi sofferenze. Se è vero che soffrire bisogna, è anche vero che conoscere la Legge ci aiuterà ad evitare spiacevoli inconvenienti legati alle nostre continue deviazioni.

Infatti il dolore scomparirebbe “se avessimo già compreso tutto quello che la Legge prevede, non commettendo più errori.” (La Legge di Dio, Pietro Ubaldi)

Solo acquisendo una conoscenza sostanziale si può prevenire altro male e altra sofferenza. Solo imparando come muoversi all’interno della Legge di Dio potremmo evitare di scottarci, sia come individui che come collettività. Certo è che solo le anime mature sentiranno questo appello accorato che è una mano protesa per il bene di tutti.

Quello che porgiamo è un invito all’applicazione di una legge universale, al di sopra di ogni visione parziale e relativa: “ama il tuo prossimo come te stesso”. In questa semplice norma Evangelica è raccolta la sintesi che ci ispira e ci muove a donarci e sacrificarci per tutti, ed è la Via che trasformerà il dolore in gioia.

Bibliografia di riferimento: La Grande Sintesi, La Legge di Dio (Pietro Ubaldi)

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