Dall’unità alla frammentazione, e dalla frammentazione all’unità.

Il movimento teorizzato da Pietro Ubaldi, ed espresso dalle sue opere, spiega e chiarifica il movimento della Caduta dell’essere, in cui ci siamo scissi, partendo da una condizione unitaria dell’essere stesso, propria del Sistema, e la necessaria risalita al Sistema. 

Ripetiamo, il Sistema rappresenta l’unità degli esseri, e la Caduta rappresenta il moto di frammentazione, di polverizzazione, di questa unità ordinata, in un molteplice disordinato e caotico, che ha dato vita all’anti-Sistema.

Questo movimento di Caduta, ha dato origine alla negazione, negazione che è presente nella nostra forma mentale, propria del nostro intelletto. Noi funzioniamo per negazione

Come ben spiega Hegel, il nostro intelletto attua un immediata distinzione e determinazione delle cose, e di noi stessi, attraverso un processo di negazione, è il non a definire e distinguere le cose e me stesso dalle cose e dagli altri. 

Questa negazione è immediata, istintiva, ed è attuata in virtù della posizione rovesciata e negativa che l’essere assunto attraverso la Caduta.

Sembra infatti che la nostra mente non può che pensare in questo modo, che sia strutturata per pensare in questo modo: attraverso la negazione.

Ad un ulteriore approfondimento, vediamo come questo primo momento, che possiamo chiamare momento intellettivo, nasconda in sé un’altra verità. Se in prima istanza la determinazione dell’essere è data dalla distinzione propria della negazione, in una seconda istanza, la riflessione e la ragione, permettono di vedere come ogni determinazione contenga in se stessa un’altra determinazione, a questa opposta. Quindi ad una più attenta osservazione dei fenomeni vediamo come l’opposto, il contrario, non è ciò che è esterno ad una determinazione, ma come qualcosa che è interno alla determinazione stessa. 

Vediamo di chiarire il concetto: il bene è l’opposto del male, ma è nell’idea di bene che è inclusa l’idea di male, come nel giorno è inclusa l’idea della notte. In pratica questa affermazione logico negativa, ci esprime una implicita dualità, dove gli opposti sono tra loro in conflitto, inversi, ma al contempo complementari e necessari.

La dialettica della nostra forma mentale, si esprime nella dialettica dei fenomeni del mondo. Il mondo sembra strutturato allo stesso modo in cui è strutturata la nostra forma mentale: come esprime la fenomenologia di Husserl, tra la coscienza a cui il mondo appare, e il mondo che appare alla coscienza, vi è una connessione strutturale.

Questo movimento dialettico non si esaurisce però in questo semplice conflitto tra gli opposti, ma questo stesso conflitto è generativo: vediamo qui il terzo momento della dialettica hegeliana, cioè il momento positivo logico, in cui vi è un processo affermativo, dato dal trasformismo e dal divenire di questi elementi tra loro contrapposti.

È nella lotta tra gli opposti, che si genera il nuovo. Se vediamo in Hegel, però, un eterno divenire, che si concretizza sempre più verso l’Assoluto, tuttavia nel filosofo tedesco, la coscienza rimane una coscienza infelice perché è impossibilitata a raggiungere l’Assoluto stesso.

Sembra infatti, che l’esistenza sia destinata a naufragare nell’impossibilità di raggiungere la pienezza, la felicità, l’unità dell’essere.

In Pietro Ubaldi invece, troviamo che questo processo di divenire, proprio della dialettica e del dualismo fenomenico, trovi la sua soluzione, la sua conciliazione, nel concetto di evoluzione, non solo biologica, ma spirituale, di cui l’evoluzione biologica è una manifestazione di quella del principio interno che anima gli stessi corpi e gli organismi tutti.

In pratica l’essere è destinato a ritrovare quell’unità che ha alterato attraverso la propria Caduta dal Sistema, riemergendo e risalendo dall’anti-Sistema.

Ad una attenta osservazione, vediamo come l’approccio della negazione, della scissione, e della distinzione, sia sostituita e superata dalla fatica della ragionamento, della elaborazione riflessiva, che ha un costo dato dal lavoro per l’individuo, ma che porti alla fine ad un processo di affermazione. Questo è un segno evidente e chiaro di come la conquista della verità sia per noi un processo faticoso, non immediato, e ancora irrisolto, ma un processo in atto a cui ci avviciniamo sempre più per evoluzione.

Vediamo infatti come i due elementi che paiono eternamente in contrapposizione, come il positivo e il negativo, il bene e il male, l’essere e il nulla, il soggetto è l’oggetto, lo spirito e la materia, tenderanno attraverso il processo di evoluzione ad essere riassorbiti nell’unità: il termine negativo, il male, il nulla, l’oggetto, la materia, è l’elemento che verrà riassorbito nell’affermativo, cioè il bene, l’essere, il soggetto, lo spirito.

Questo movimento di riassorbimento del 2 nell’1, appare incomprensibile all’attuale nostra forma mentale, proprio perché essa sembra strutturata in conformità del mondo fenomenico, cioè al nostro modo di ragionare solo per termini contrari in eterna opposizione, senza soluzione alcuna.

Per poter comprendere l’Unità, l’essere, occorre fare un salto, dalla ragione analitica, all’intuizione sintetica. Occorre dunque fare un salto dimensionale di coscienza, per comprendere questo fenomeno di riassorbimento del negativo nel positivo: si tratta di riconquistare la posizione originaria, la postura originaria dell’essere che, ora, attualmente appare rovesciata rispetto a quella che aveva nel Sistema.

Il fenomeno dell’unificazione non si può comprendere se non rovesciando se stessi, se non mutando la propria prospettiva, il nostro punto di osservazione. Ma tale cambio di prospettiva non può essere attuato se non attraverso l’evoluzione stessa.

Vane risultano le parole a chi non è in grado di capire perché cristallizzato è ancora strutturato nell’attuale forma mentale. Noi siamo tutt’ora nella posizione negativa del no, del nulla, rispetto all’essere del Sistema. Il negativo è l’anti-Sistema in cui noi siamo immersi, risulta per noi piuttosto arduo pensare e decifrare l’essere, la trascendenza, se non impossibile. Per molti di noi lo spirito e la coscienza sono il nulla come sosteneva Sartre, e l’essere sono le cose oggettive: segno questo di una forma mentale involuta. Con l’evoluzione il processo si inverte e lo spirito e la coscienza corrisponderá all’essere, e le cose come nulla in sé, o meglio ancora, vedremo come in tutte le cose, che per noi sono solo cose, vi è in realtà una sostanza comune, uno psichismo, una forma di coscienza magari agli albori, che emerge nei fenomeni e li lega tutti in stretta relazione.

L’intero processo può essere dunque compreso solo con lo sforzo evolutivo proprio dell’individuo, che attraverso la propria fatica, la propria ricerca, la propria applicazione, può trovare questa verità, che sembra essere sempre sfuggevole e incerta anche agli occhi delle più grandi menti.

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