Quando parliamo di fenomeni ultrafanici, parliamo di contatti medianici, che si esplicano attraverso uno strumento: un medium, cioè un ipersensitivo, che come ogni essere umano possiede una ghiandola pineale, ma che nel suo caso è particolarmente duttile e plastica, quindi idonea a recepire le onde o correnti di pensiero provenienti da piani spirituali.
L’ultrafano spesso è uno strumento incosciente, a volte senza una particolare dote psichica e spirituale. Non necessariamente colto, o dotato di virtù morale eccelsa.
Ha un dono, quella di avere l’epifisi appunto particolarmente predisposta alla ricezione medianica.
La produzione ultrafanica però sarà più facile e bella se il soggetto sia dotato anche di doti di bontà che lo guidino alla retta condotta: ma queste doti non sono indispensabili per esseri ipersensitivi.
A questo va aggiunto che un utilizzo della propria ipersensitività in condizioni morali e interiori disarmoniche lascia facilmente il campo aperto alle correnti barontiche, con pericoli di ossessione psichica per lo stesso medium o per gli astanti al contatto medianico.
Nella medianità più comune, quella passiva, in cui il medium cade in uno stato di trans profonda, la Sorgente emittente raggiunge con la sua noúri ( da nous, intelligenza, e roos corrente, onda) la ghiandola pineale del medium, facendola vibrare, e distribuendo queste vibrazioni a tutto il cerebro e trasmettendo il concetto, il messaggio, che questa Sorgente emittente vuole comunicare, in forma verbale o scritta.
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Le noúri, in senso ampio, sono dunque energie pensative che possono essere pure oppure tossiche o infeconde, a seconda del centro spirituale di emissione e della sua posizione nella scala dell’evoluzione.
Se si tratta di noúri che giungono dai piani più bassi dell’evoluzione, quelli dei baronti (esseri gravosi), la produzione medianica può avere un contenuto di scarso spessore concettuale e talvolta confuso, a volte anche accompagnata da fenomeni grotteschi, altre volte terrificanti o disturbanti la psiche del medium e degli astanti alla seduta, come prima detto.
Quando siamo invece in presenza di noúri provenienti da anonti (esseri in progresso) e ancora di più da enteli (esseri perfetti) verranno irradiati alti pensieri ed una organicità di concetti sempre più completa, unitaria e sostanziale.
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La modalità di espressione medianica dipende anche dalle caratteristiche del medium: ma, nella trans profonda, quando a manifestarsi è un Entele, siamo sempre davanti ad una manifestazione medianica voluta dalla Legge, che irradia attraverso una modalità di comunicazione esclusivamente orale.
Un capitolo a parte sarà dedicato alla medianità ispirativa cosciente che per ragioni di spazio non posso oggi descrivere.
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La trasmissione noúrica può essere paragonabile a quella che avviene a quella che avviene con le onde radio. Una sorgente emette delle onde e un antenna idonea capta queste frequenze e le traduce in suono e in parola.
Il medium fa sia da collettore che da trasforduttore di queste onde pensative.
La radiazione noúrica ha una potenza differente a seconda dell’altezza spirituale da cui proveniene. Essa è tanto più pura, potente, incisiva ed elevata quanto più pura, potente ed elevata è la Sorgente emittente.
La noúri per rendersi atta alla captazione dell’epifisi del medium o dell’ipersensitivo, dovrà tanto più ridursi e depotenziarsi, rallentando fino a diventare un onda ad un frequenza e potenziale accettabili e sostenibili dalla materia cerebrale, tanto più la Fonte è posta in prossima del Centro di Vita: cioè Dio.
Così una noúri entelica non ha in origine nulla di simile al pensiero come noi lo intendiamo e conosciamo: esso è un quid superconcettuale, puramente astratto.
La sua riduzione di potenza, avviene attraverso una discesa di piani evolutivi, di dimensioni spirituali, che solo al momento del contatto vibratorio con l’epifisi si trasducono in pensiero e poi in parola.
Pietro Ubaldi descrivo in modo eccellente il fenomeno da lui stesso vissuto e riportato nella sua opera –Le Noúri–
“Quando dunque parleremo di vibrazioni e di onde, ricordiamo che tocchiamo solo la fase percettiva umana del fenomeno, l’ultima e inferiore zona della trasmissione noúrica, il suo termine più basso e l’ultimo suo momento di arrivo […] La fase più alta è una emanazione astratta, supersensoria e superconcettuale, che avviene in un’altra dimensione di coscienza e in un altro piano di evoluzione”
L’ultrafano Ubaldi, aggiunge poi:
“Nel suo stadio di emissione, la noúri non è ancora pensiero, quale noi normalmente lo concepiamo. Io stesso, per parlare nei termini della psiche normale, opererò una riduzione, dell’emanazione originaria e della percezione di essa, nella dimensione pensiero che è uno stato vibratorio molto più denso“[…] Il centro genetico della emanazione noúrica non ha i caratteri del mondo dinamico né quelli concettuali del mondo psichico umano, ma è situato in una dimensione superconcettuale di carattere astratto dove sono i principi universali” […] Da questa dimensione più alta, questa emanazione deve discendere, questa potenza precipitare nella dimensione concettuale dell’umano pensiero e la cosiddetta recezione non può avvenire che in virtù di questa discesa.[…] Questa riduzione di dimensione e regresso involutivo è un processo di intima trasformazione della sostanza cinetica della forma radiante e avviene non nello spazio, ma attraversando varie dimensioni di varie fasi evolutive, per giungere solo al termine della sua trasformazione nella nostra dimensione e fase di evoluzione.”
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La noúri quando giunge al cerebro dell’ipersensitivo, entra in vibrazione e risonanza, dapprima con la ghiandola pineale e di seguito con tutto il cervello dell’ipersensitivo.
Ogni cosa che esiste vibra, come l’occhio vibra sempre alla luce, l’orecchio al suono, così il cervello vibra del pensiero.
La noúri così penetra nella zona normale percepibile del cervello umano, assume la forma vibratoria di pensiero solo dopo aver compiuto un processo di trasformazione e riduzione di potenza nella coscienza del medium.
La nostra scienza non possiede strumenti tanto sofisticati per cogliere queste frequenze. Non esistono mezzi meccanici per viaggiare in diverse dimensione evolutive. Non ci sono mezzi per captare il supersensorio se non l’epifisi di un ultrafano che funge da trasformatore noúrico o riduttore di dimensione.
Tali fenomeni, soprattutto quelli di contatto di tipo superiore, anontici, ma ancora di più entelici, saranno per noi accessibili in prima persona, solo conquistando, con la necessaria fatica e sforzo, la nostra evoluzione spirituale.
Ognuno di noi è infatti un potenziale ipersensitivo, avendo ognuno di noi la ghiandola pineale; ma occorre saper vibrare e saper entrare in risonanza con le frequenze più elevate, di bontà e soccorso, che giungono dai piani infiniti.
Molto bello…..peccato che ci dimentichiamo di avere l’epifisi. Quindi più siamo evoluti spiritualmente più vibriamo!!!
Grazie
Allora aspettiamo articolo sulla “medianita’ ispiratrice cosciente”
😊🤗
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Grazie Alessandra, magari sarà il prossimo articolo🤓
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