La mia anima ed il mondo

Vivo due vite.

Una sociale, obbligata, necessaria per il sostentamento della mia vita fisica e per il giusto e doveroso lavoro che l’attuale stato di evoluzione del mondo mi domanda e il cui assentarmi sarebbe un atto colposo di fuga dalla propria fatica e affanno umano. Questa è la vita della forma, della convenzione, del dovere. È la vita fatta anche di rapporti umani in cui non si è necessariamente sintonizzati, in cui i pensieri, i modi, i discorsi cozzano ed urtano contro la mia sensibilità interiore e sono spesso in dissonanza.

È la relazione con il mondo, in cui in fin dei conti ognuno ha le proprie dissonanze e consonanze e si trova nell’ambiente terrestre più o meno a proprio agio. 

Il mondo non appare mai male a chi si sintonizza e trova affinità con esso. Ognuno si colloca in base al proprio modo di vibrare, e sta bene dove trova risonanza con il proprio contenuto interiore. Ma quante dissonanze, urti, lacerazioni interiori trova chi, fattosi più sensibile, sente di appartenere ad un altro tipo di vita, ad un altro mondo, fatto di regole diverse da quelle del piano terrestre….

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Nel mio modo di vivere, offro agli altri il tempo necessario per mantenere un sano rapporto amicale, dove a volte le sintonie sono maggiori, e parlo delle anime che come me sono affini ad un certo tipo di spiritualità, e altre dove permangono affetti di benevolenza, amicizia giovanile, e altri ancora dove i punti di contatto sono al minimo e le distanze sono molto più ampie: ma di fondo per tutti un sentimento di fratellanza, nonostante si viva su piani interiori che possono anche essere agli antipodi.

Vi è poi una mia dimensione di concentrazione, di solitudine, fatta di raccoglimento, di lettura, meditazione ed ascolto. È il momento del dialogo interiore, del contatto con Dio, in cui la mia anima si apre all’Assoluto e trova la pace e la pienezza di cui ha bisogno e in cui mi sento vivo. Sono i momenti dedicati allo spirito, il nutrimento interiore necessario per riportarmi rinvigorito nel mondo e lì operare, non solo umanamente ma anche quando si può e si deve sostanzialmente.

Molti non sanno stare in silenzio, nella solitudine, giudicando questo atteggiamento come un comportamento anti-sociale, misantropo e intollerante al mondo. Non capiscono in molti questo atteggiamento, perché non sanno che riempire i propri vuoti interiori di rumore, di informazioni veloci, di social, di tv, banalità e chiacchiere triviali.

Chi sa stare da solo di fronte a sé stesso? Chi sa ascoltare le proprie miserie e le proprie interiori aspirazioni? Chi si domanda il senso del proprio stare al mondo? Chi ha il coraggio di non fare nulla di esteriore per dedicarsi  alla propria anima?

Chi sa allontanarsi per qualche ora dalle creature e aprirsi al proprio Creatore, per poi dover ritornare alle creature per servirle ed amarle spiritualmente?

Questo è quello che per me conta. Due sole attività sono fondamentali e indispensabili: la contemplazione e l’azione, cioè l’immersione in Dio e l’opera successiva di aiuto e amore per gli altri. Le altre sono corollari della vita della materia.

La vita per me è costruzione di coscienza. Il tutto è per me sapere come muovermi, cosa fare, come agire secondo Giustizia, cioé sapendo cosa è il giusto o lo sbagliato, il bene o il male. Come vivere la mia esistenza in funzione del fine che ho scoperto avere la vita: ritornare a Dio.

In mezzo a queste due attività vi è anche la battaglia, la lotta tra le spinte ancestrali della materia che esige la sua vita e resiste allo spirito che si vuole liberare da essa; e lo spirito, appunto, che invece esige maggior dominio sulla materia, e che avendo capito di essere altro dal corpo di cui è rivestito, altro dai suoi appetiti, vuole erompere dal proprio involucro fisico.

Così la mia vita oscilla in questi due spazi: insignificante e ripetitiva quella del mondo, senza grosse cose da raccontare, né cose interessanti da dire, da pubblicare e condividere: una vita che molti giudicheranno noiosa, piatta, quasi sempre uguale. 

E poi una vita interiore, ricca, curiosa, attiva ma che non si può comunicare e non si vuole molto comunicare, per non disperdersi, a chi non ha orecchie per intendere.

È la zona riservata e segreta della propria coscienza, dove si custodiscono i segreti dell’anima: quelli che vanno protetti e mai parlati.

È necessario abituarsi a momenti di ritiro interiore, di solitudine spirituale perché questi ci preparano alla sintonizzazione con più alte frequenze. La materia è abituata a frequenze grossolane, pesanti e lente, mentre lo spirito si sintonizza con frequenze più rapide, leggere e sottili a cui bisogna abituarsi.

Le sensazioni che ci possono pervadere hanno bisogno di uno stato di purificazione, di registrazione con una Sorgente più elevata il cui contatto sarà tanto più presente quanto più noi saremo pronti ad entrare in risonanza con Essa.

La rinuncia al palpito della materia, la rinuncia all’appetito dei sensi, la privazione sensoriale estroflessa è condizione ottimale di sintonizzazione e concentrazione interiore. 

Un atto di amore pensativo, sentito e profondo per le sofferenze del mondo, un canto di offerta a Dio di rinuncia al proprio sé, sono validi strumenti a disposizione di ogni anima che voglia salire sulla scala ascensionale.

Il Padre farà il resto, ci riempirà della Sua presenza, ci donerà la Sua Pace.

Dio si dona a chi si dona; così l’anima che con sincero slancio di amore e purezza si offre,  aperta e sincera, nella miseria della propria pochezza, battendosi il petto per le proprie e innumerevoli mancanze; implorando pietà e offrendo tutta sé stessa alla Sua Volontà, dal Padre sarà toccata e pervasa, altro l’anima non sembra avere più bisogno, se non la necessità di donare quel che di amore si è ricevuto da Dio ai propri simili.

È per questo che scrivo forse, per aiutare ad orientarsi coloro che sono in ricerca, per porgere una mano al sofferente, per donare quel che nel mio pezzo di percorso ho compreso, prendendo a mia volta aiuto da chi più in Alto di me vibra ed ama.

2 pensieri riguardo “La mia anima ed il mondo

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