Noi tutti esseri umani sentiamo il bisogno di avere una fonte di ispirazione, chi più chi meno sente la necessità di un esempio da seguire, di qualcuno che trascenda il nostro stato medio attuale e ci faccia progredire.
C’è bisogno nella nostra società di ideali edificanti da seguire, e quando questi ideali si personificano in qualcuno allora costui diventa un punto di riferimento, un oggetto di venerazione, o spunto di emulazione.
Non importa se costui può sembrare strano, anti-conformista, addirittura pazzo nelle sue scelte, rispetto ai modi consueti di vivere della nostra società. L’essere umano vuole volgere il suo sguardo altrove, più in alto della posizione che sta occupando.
Quando nasce qualcuno che ci indichi queste vie di ascensione, le anime che anelano a salire ne traggono ispirazione. Amano coloro che sanno differenziarsi dal mondo, staccarsi da esso anche se loro stessi non sono ancora in grado di farlo.
È forse perché intravediamo il nostro futuro, la possibilità del nostro stesso divenire: o forse anche perché intravediamo una via di uscita dall’abisso del mondo in cui viviamo.
Il mondo, le masse, tutti noi, abbiamo bisogno degli uomini di genio, dei santi, dei grandi ispirati e illuminati che camminino in testa all’umanità e ci conducano verso più alte mete.
Abbiamo tutti sete di Dio, sete di evoluzione e di superamento, anche se non ne siamo consapevoli: e l’uomo immerso nelle pastoie della materia non sa da solo orientarsi. Cerchiamo qualcosa, nella nostra costante insoddisfazione, ma lo facciamo per le vie sbagliate: ci rotoliamo nella materia, sempre materia, sperando di trovare una via di uscita ai nostri dolori, ai nostri mali, una soddisfazione stabile ai nostri desideri incessanti.
Allora quando compare sul nostro piano un essere più evoluto, un essere che dimostra che si può vivere diversamente, e che indica altre mete, superumane, ci sentiamo attratti, incuriositi; ed anche chi critica e giudica male tali individui, in fin dei conti ne è affascinato, influenzato, e in un certo senso beneficiato.
È grazie a tali individui che l’umanità avanza nell’evoluzione e progredisce spiritualmente, moralmente.
Sono questi esseri degli incompresi, che soffrono, degli infelici in questi mondo che non è il loro. Essi appartengono ad umanità più avanzate della nostra, e questo nostro piano di vita per loro non può risultare che un inferno.
E per pietà, carità, benevolenza e compassione che essi discendono tra noi per aiutarci a salire ed evolvere.
Il martirio è la loro via, il sacrificio la loro vita. È per loro spesso una via di dolore, calati in un mondo che non li comprende e li deride, e che spesso li perseguita.
I Grandi, quelli veri, sono innanzi a noi a tirare il cammino di tutti: ed il Cristo in capo a tutti.
Costoro sono gli eletti, che per raggiunta maturità ed evoluzione non possono che chiedere all’Eterno di scendere al nostro piano per aiutarci e soccorrerci.
Per loro la terra non è un punto di equilibrio dove viver bene, star bene in pace con loro stessi. Non è la via mediana di un compromesso tra lo spirito e la materia. No. Loro sono gli esseri che spostano gli equilibri, in avanti, in alto, oltre il piano umano. Ecco perché spesso sono degli infelici sul piano umano, ma che realizzano la loro felicità in un piano che per noi non è ancora del tutto accessibile.
La felicità è posta per loro nelle vie interiori, nel piano della loro coscienza che sorpassa la normale coscienza umana. La loro affermazione non è nel successo e nella gloria del mondo, che il mondo gli può o meno conferire. La loro affermazione è sul piano della coscienza, del dovere, dell’adempimento del proprio compito e missione: null’altro conta.
Per questi grandi ispirati il dolore diventa gioia, la fatica preghiera, il pianto elevazione di spirito. Dolore, fatica e pianto non per sé stessi, ma per l’altrui dolore, l’altrui fatica, l’altrui pianto.
Non confondiamo la psicologia utilitaristica del nostro piano, con quella di questi individui supernormali. Non pensano come noi, non fanno calcoli come noi, non pensano al loro utile e tornaconto. Non sono calati nel mondo per godere della materia, per accumulare per sé stessi: essi sono nati per donare e per amare spiritualmente.
È proprio per questo che inconsciamente ne siamo attratti, che li ammiriamo nel nostro intimo, che la nostra anima tace davanti a loro.
Essi ci parlano di una vita migliore, di un modo migliore di essere, di una vita che ci aspetta e ci chiama.
I mistici, i santi, gli uomini di genio, i grandi artisti, i pensatori e filosofi sono le luci che illuminano il mondo e danno un contributo al nostro avanzamento. È per il loro lavoro, il loro sacrificio, che noi siamo arricchiti e beneficiati.
Non stiamo qui parlando di eruditi e sterili intellettuali, della scienza supponente e materialista, e nemmeno dell’artista delle cacofonie e della degradazione morale e di bassa lega.
Parliamo degli anticipatori di civiltà più evolute, di fecondatori dello spirito umano, di esseri moralmente ed eticamente superiori.
Il nostro passato né ha avuti molti: prendiamo, per citarne solo alcuni, San Francesco d’Assisi, San Giovanni della Croce, Santa Teresa d’Avila, Gautama Śākyamuni il Buddha, Meister Eckart; ed ancora Albert Schweitzer, Gandhi, Chopin, Bach, Michelangelo, Marié Curie, Camille Flammarion, Pietro Ubaldi…ecc
Non cito fra essi il Cristo, poiché Egli non è un grande ispirato, ma La Fonte di ogni ispirazione mistica e divina: il Centro, il Fattore più elevante ed evolvente per tutte le generazioni passate e future. La divinità stessa che fattosi uomo, si manifesta nel nostro mondo quale Esempio indelebile, integerrimo e supremo che rappresenta e include in sé il punto massimo dell’evoluzione umana.
Era doveroso precisare, e chi vorrà iniziare ad approfondire la Sua figura può trovarne qui uno spunto.
C’è chi potrà dissentire, poiché ognuno sente il Cristo e lo percepisce in base al proprio grado di maturazione: ad ogni modo la Sua Voce opera anche attraverso i grandi ispirati, che sono tali perché si nutrono dalla Sorgente di ogni ispirazione.