Involuzione-Evoluzione

Involuzione ed evoluzione rappresentano il grande respiro dell’Universo.

Due moti, due movimenti che racchiudono il divenire e il trasformismo fenomenico.

Involuzione ed evoluzione esprimono l’inizio e la fine del dualismo, l’inizio e la fine della dimensione spazio-tempo, il chiudersi ed il dilatarsi della coscienza.

Il primo movimento, quello involutivo fu fulmineo, questo perché avvenne in condizioni di assenza di materia, quindi l’effetto della precipitazione seguì alla causa immediatamente, repentinamente.

L’atto prevaricante ebbe una conseguenza subitanea: al contrario del processo di evoluzione che avviene lentissimamente, costretto in un’inerzia che è figlia anche della materia che ha avvolto nelle sue spire lo spirito ribelle.


La legge di causa effetto nel nostro mondo fenomenico è evidente: il determinismo fisico e la legge di necessità sono alla base del divenire dei fenomeni. Per ogni effetto vi è una causa e per ogni causa si generà un effetto.

Ma questa legge vige anche nell’infinito, solo che si esplica in una modalità per noi incomprensibile con la sola ragione.

Nell’infinito, la ove vi è assenza della dimensione spazio-tempo, la legge di causa ed effetto si esprime con immediatezza, in un 𝑓𝑖𝑎𝑡.

Se è pur vero che nella nostra mente esiste una forma a priori per lo spazio, il tempo e la causalità, e grazie ad essi interpretiamo i fenomeni fisici, questo non significa che il principio di causalità cessi non appena ci portiamo al di là del fenomeno materiale.

Nell’infinito, il Nuomeno incausato, che noi chiamiamo Dio, Eterno, Assoluto, genera, crea, e in questo Suo atto creativo è Causa di effetti. La differenza sta nel fatto che tra Volontà, Pensiero e Creazione non vi è alcuna scissione, nessuna temporalità, nessun divenire. Per la nostra mente razionale sono 3 fasi, 3 momenti con cui ci rappresentiamo il fenomeno ma in realtà Tutto già è, nel momento stesso in cui è pensato, voluto e creato nel medesimo istante.

La mente razionale la possiamo paragonare ad un piano, ad una superficie in cui non è possibile che comprendere i fenomeni secondo una successione lineare temporale. La dimensione spirituale appartiene ad un piano superiore la ragione stessa. Una dimensione volumetrica in cui il fenomeno può essere captato immediatamente per come è.
La visione intuitiva è così sintetica e unitaria e viene poi ridotta e depotenziata quando la si deve rendere intelligibile e comprensibile alla ragione.


Qualsiasi cosa, per necessità, è dunque guidata da una volontà, da uno psichismo che è causa, non può essere altrimenti. E questa volontà o psichismo, che altrimenti possiamo chiamare intelligenza si esprime semplicemente per gradi diversi a secondo del mezzo in cui si manifesta. Possiamo supporre esista una coscienza elementare, agli albori anche nella materia, che ripete la propria volontà secondo lo schema rigido del determinismo fisico, per poi evolvere con la complessificazione delle forme, e l‘individuazione sempre più evidente nella vita organica dal protoplasma su fino all’uomo, esprimendo via via una coscienza più vasta fino a Dio che è la Coscienza Unitaria che tutto comprende.

Così l’Eterno crea l’infinito, ma tra il Soggetto che creare, e l’oggetto creato (mondi, universi) non vi è alcuna separazione ma Unità, cosicché il Soggetto creante è infuso nell’oggetto creato come Sostanza e l’oggetto creato è incluso da sempre nel Soggetto creante. Tutto semplicemente è, ed è Uno.

Ora questo ci aiuta a capire come la Caduta, di cui ho largamente parlato da 3 anni a questa parte, e su cui non è più il momento di dilungarsi, sia avvenuta ipso-facto, nell’attimo stesso in cui fu emesso il pensiero prevaricante, solo che ebbe il risultato opposto, rivoltato rispetto all’ambizione dei ribelli. Anziché creare disgregò, anziché emergere seppellì, anziché aggiungere sapere sprofondò nell’ignoranza: l’unità si demolì nel molteplice, quello che era unito si separò, la gioia diventò dolore, l’amore odio, la fratellanza inimicizia, la potenza immobilità.

La vita piena e armoniosa, divenne un insaziabile sete di desideri e caotica disarmonia.
Così alla prima prevaricazione ne seguirono altre, che comportarono la sempre e maggiore condensazione, la sempre maggiore riduzione delle nostre potenzialità: la completa materializzazione segnò il fondo del fenomeno della Caduta e dell’involuzione.

Quando la causa, ribellione, si trasformò tutta in effetto, involuzione, il fenomeno si concluse e da lì, per la legge del rimbalzo poté avvenire il fenomeno opposto: l’inizio dell’evoluzione.

Ma l’evoluzione non può che subire l’influsso della materia e del tempo, dimensione in cui lo spirito è caduto e in cui si sono demolite anche le sue qualità e le sue facoltà.

Così l’evoluzione avviene nelle reti intricate della materia, nell’inesorabile successione del tempo: è un processo faticoso, ripetitivo, ciclico (reincarnazione) che ha bisogno di lunghe ripetizioni per fissare e consolidare le proprie conquiste interiori e che deve trasportare con sé tutto il “peso” della materia in cui ci siamo incapsulati.

Ma materia qui assume un senso più ampio, sostanziale, è materia la superbia, l’orgoglio, l’ignoranza, l’egoismo, la prevaricazione. La materia a cui tanto siamo attaccati e a cui dedichiamo tante attenzioni ed energie non è altro che il prodotto della nostra infecondazione, della nostra involuzione.

Materia è così costrizione, ma anche forma che esprime una funzione, e quella funzione il suo psichismo che l’ha elaborata.

Nel passato atavico, la nostra forma aveva zanne e artigli, coda e peluria, espressione del nostro stato bestiale, forma antropomorfa con cui venne poi descritto anche l’inferno, ma che altro non è che il ricordo di un passato lontano rimasto impresso nel nostro subcosciente.

Dalla bestia deve così risorgere l’Angelo. E se ora la nostra forma corporea si è affinata, saranno le facoltà psichiche e interiori a dover ulteriormente procedere in avanti, attraverso una catarsi interiore totale.


Così nei piani più bassi di involuzione l’inerzia e l’attrito è massimo, e lo spirito è soggetto al determinismo fisico e imprigionato in esso. Il cammino è grave ed estremamente faticoso. È la materia che governa lo spirito e lo domina entro le sue leggi. L’essere è governato da istinti ciechi ed egoistici, lotta e vive guidato da questi.

Al contrario nei piani più alti di evoluzione lo spirito ha riguadagnato più alti gradi di libertà, ed il suo percorso si fa più celere ed alato. È lo spirito ora che governa la materia e la domina con la sua volontà. L’essere spiritualizzatosi ha nuove direzioni di orientamento, essendosi formato nuovi istinti progrediti.

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