Cos’è l’essere? L’essere è sostanza, è un ente, una quantità generata, emanata dall’Uno, dall’Assoluto –Dio-: è l’essere puramente spirituale, la scintilla divina, lo spirito in sé.
L’essere, come sostanza, ha gli stessi attributi dell’Uno, di Dio. La creatura spirituale, quindi per intenderci, è emanata dal Creatore, ed essendo sostanza identica a quella dell’Assoluto non può che non averne le stesse qualità.
Se la qualità è la stessa, la quantità però non può essere necessariamente identica. Infatti l’Assoluto, è assoluto, l’essere creato, poiché generato, seppur come essere spirituale, non è assoluto, ma relativo. Una goccia dell’oceano assoluto, parte dell’oceano assoluto, fuso ed unito ad esso, ma relativo e subordinato all’Assoluto stesso. In pratica l’essere non è la Legge, ma incluso in Essa e ad Essa subordinato. Nell’essere spirituale, generato, vi è la Legge, ma la Legge trascende, e quindi va comunque oltre all’essere stesso.
Per qualità intendo gli attributi, le prerogative dell’essere e dell’Assoluto. Per quantità intendo l’estensione di questi attributi.
Le qualità che intendo essere insite nella natura dell’Assoluto, sono la Sapienza, la Potenza e l’Amore. La quantità è l’infinità e l’insuperabilità di questi attributi, in Dio.
Nell’essere, dunque, sono insiti queste stesse prerogative Divine, Sapienza, Potenza ed Amore, ma in una quantità “minore” rispetto a quella di Dio. Per intenderci: l’amore di Dio, già solo per il fatto che ha generato le creature, è quantitativamente superiore, a coloro che, in numero infinito, sono stati generati. La potenza, altrettanto: la Legge è potenza che regge l’intero Sistema, non vi è nulla oltre ad Essa, e la Sua volontà, è implicitamente la potenza assoluta che nessuna creatura può non solo mai raggiungere, ma nemmeno scalfire.
Quindi la Legge è anche un insieme di principi necessari al sostentamento del Sistema stessa.
Nella Legge, nell’Assoluto, il regno della libertà e quello della necessità (determinismo) coincidono. Poiché in Dio vi è una sola via, ed un solo modo di essere possibile che è il Bene. Quindi il Bene è di fatto sia la libertà di scelta della creatura che vive nel Sistema, sia la necessità, l’inesorabile determinismo a cui è legata.
La terza prerogativa è quella della Sapienza, cioè della Conoscenza. Essendo l’Assoluto, il generatore di ogni cosa, in Lui vi deve essere la Conoscenza di ogni cosa, ma questa conoscenza non significa che sia quantitativamente la stessa dell’essere spirituale generato. Nell’allegoria biblica, poiché di allegoria si tratta e non va presa alla lettera, vediamo come la tentazione di Adamo ed Eva, fu quella di cogliere la mela, cioè la tentazione dell’albero della conoscenza. Come dire, voler osare andare oltre alla conoscenza conferita alla creatura.
L’essere spirituale pur essendo creato perfetto e completo, non doveva essere necessariamente dotato della stessa conoscenza del Creatore, a cui solo spetta l’Onniscienza. Così come, sia l’Amore e la Potenza sono assolute nel Creatore, così anche la Conoscenza lo è, ma allo stesso modo che quantitativamente la creatura spirituale non può generare altre creature spirituale, né reggere per potenza il Sistema, nemmeno è dotata della conoscenza assoluta.
L’essere spirituale è dunque perfetto in sé, creato tale con il quid sostanziale necessario alla propria esistenza individuale ed organica nel Sistema di Dio; che Dio stesso gli ha conferito attribuendogli una serie di prerogative, come una peculiare nota vibratoria, che armonicamente si coordinava nel Tutto.
Inoltre la perfezione della creatura implica, per essere perfetta, che l’essere sia completo, sia libero di scegliere, e non un automa. Quindi la libertà di scelta è condizione necessaria all’esistenza e alla vita stessa dell’essere, libertà di scegliere di aderire alla Volontà della Legge, in cui abbiamo visto prima la libertà e il determinismo coincidono in quanto Dio è il Bene, e tutto quello che è il Suo Essere, la Sua Volontà, il Suo Pensiero non può necessariamente che essere Bene e l’unico Bene.
La libertà, è anche insita nell’altro attributo di Dio che è l’Amore. L’amore non può che essere reciprocità, spontaneo Si all’amore dell’Amato: dunque l’essere che è amato non poteva coercitivamente aderire a questo Amore del proprio Creatore, ma doveva farlo per libera scelta. Cosa poteva tentare allora la creatura spirituale, per creare la condizione di disobbedienza, di rifiuto di tale amore?
Questa condizione fu la tentazione di superare la propria conoscenza, per accedere arbitrariamente a quella zona di conoscenza che spetta solo all’Assoluto in quanto tale, o la volontà di creare, dunque la potenza, al di fuori dell’Ordine stabilito nel Sistema, o di trattenere per sé quell’amore che la singola scintilla divina doveva destinare al Tutto, a Dio e a tutti gli esseri da Lui generati.
La creatura spirituale dunque seppur perfetta, non era infallibile. La libertà di scelta ha di fatto dato all’essere spirituale, la condizione per non aderire, e quindi ha dato vita, ad una sorta di tumore nel Sistema, che è stato immediatamente isolato.
La ribellione ha causato una precipitazione sostanziale dell’essere, che si è di fatto allontanato dall’Assoluto, dando vita al piano della materia, in cui l’essere si è imprigionato, dando il via al divenire evolutivo, successivo ad un precedente divenire involutivo: conseguenza della Caduta.
Dunque ora noi ci troviamo, in quanto esseri precipitati, ad essere “esseri in divenire”: cioè con il compito di ritornare nell’Ordine della Legge, non solo ritrovando la purezza iniziale, ma anche avendo imparato una nuova lezione, che da Dio non si esce, e che disobbedire al Suo Ordine, è il nostro stesso male, proprio perché solo Dio, la Sua Legge ed il Suo Ordine sono il Sommo Bene, dove il regno della libertà coincide con il determinismo da cui non si può uscire, pena la nostra sofferenza e infelicità.
Altre due considerazioni finali, in questa breve ma sostanziale meditazione: l’essere spirituale, è una individualità, seppur fusa e unita in Dio, poiché se non vi fosse stato un “io” che pensa e sceglie non vi sarebbe stata alcuna presa di posizione arbitraria. In pratica sarebbe dovuto crollare l’intero Sistema o non crollare affatto se non vi fossero state delle singole individualità, seppure fuse in un organismo collettivo e unitario.
E proprio dalla struttura dell’essere, quale “io“, equilibrato nel Sistema tra la propria coscienza di essere un'”io”, che chiamiamo egocentrismo, , e l’amore altruistico che è connaturato alla sua sostanza, ed è fondamento della Legge, che nasce la possibilità, ma non la necessità, dell’errore.
L’altra considerazione è che ritornare ad essere spirito nel Sistema, cioè per superare il divenire dell’esistenza nella materia, non solo densa ma anche quella che permane come materia sottile nei piani oltre la morte del corpo, lo spirito deve purificarsi integralmente, deve eliminare tutte quelle scorie che con la sua precipitazione e tutti i suoi successivi arbitri ha commesso. Infatti l’al di là non coincide con l’Assoluto, ma sempre con il relativo, fino ad evoluzione terminata.
Quindi il dopo, nell’al di là non si troverà un essere perfetto, privo di negatività, poiché queste permangono fino ad evoluzione terminata: ma un essere libero di quella gravosità per quel tanto di cui è riuscito ad eliminare nel suo percorso evolutivo fino a quel momento. L’essere spirituale, tornerà ad essere ciò che è, quindi puro spirito, solo e solo quando si sarà liberato dall’ultimo velo della materia, dalle ultime scorie che ha generato, poiché sono proprio queste scorie che ne impediscono l’ingresso e il ritorno in seno all’Assoluto e a riunirsi ad Esso.
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