Nell’articolo di quest’oggi voglio parlare della morale, e chiarirne non solamente il valore spirituale, ma anche il suo valore biologico ai fini dell’evoluzione dell’umanità.
Si darà qui alla morale il senso più vasto della norma etica, preposta in ogni campo della condotta umana.
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- La funzione della morale innestata nell’evoluzione universale
La base sostanziale dei contenuti degli articoli, parte dal concetto fondamentale, che regge tutto il sistema filosofico e spirituale proposto, che l’umanità è in evoluzione, che significa allontanarsi dall’anti-Sistema per rientrare nel Sistema, da cui si è allontanato in seguito alla Caduta.
L’evoluzione biologica della specie umana, che ha terminato il suo sviluppo organico come forma, deve culminare, per continuità, nell’evoluzione spirituale dell’individuo, quindi progredire sempre di più come sostanza, per la necessità di raggiungere il fine che l’evoluzione stessa si propone, che è quello di ritornare in seno a Dio. Questa evoluzione comporta dunque il ri-orientamento e l’evoluzioni dei nostri stessi istinti, quindi la genesi di un biotipo nuovo: l’uomo del III millennio.
L’uomo della forza e dell’astuzia, sarà, in un prossimo domani, sostituito dall’uomo onesto e intelligente e collaborativo, quale punto di riferimento e valore della società, fecondatore dello spirito dell’essere umano e benefattore di vera civiltà e progresso.
Esistono al mondo tante morali, come esistono tante verità per ogni essere umano, lungo “la scala di Giacobbe”, che porta dai bassifondi della vita, nelle sue espressioni inferiori, verso le vette con le sue espressioni migliori e più avanzate, poiché è relativa la posizione degli individui lungo la scala dell’evoluzione.
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- Il metodo dell’attuale morale
“Le norme dell’etica hanno la funzione di disciplinare la vita dell’uomo, frenandone gli istinti animali, perché ne acquistasse di più evoluti. Tale morale, che ha lo scopo di rifare l’uomo migliorandolo, è stata però da questo applicata secondo la sua forma mentale ed istinto dominante, in altre parole con spirito di offesa e difesa, che risponde alla legge del suo piano animale, che è quello della lotta per la selezione del più forte.” (Pietro Ubaldi, Evoluzione e Vangelo)
In pratica l’esecuzione delle norme dell’etica, nel nostro piano attuale, sono affidate alla paura della sanzione , secondo il calcolo del proprio danno. Così si rispettano le leggi del diritto per non finire in carcere o riceve ammende, e per lo stesso motivo si rispettavano i precetti chiesastici per non incorrere in una pena eterna (inferno).
Il principio psicologico alla base è sempre lo stesso: il terrore della pena.
Ora è chiaro che tale modalità, introduce nella morale un aspetto aggressivo e distruttivo, che l’essere umano ha sempre cercato di eludere dove e quando ha potuto, cercando con l’inganno e la furbizia l’evasione dalle regole.
Naturalmente il sistema di una ubbidienza coercitiva, fatta di controlli e pene, è figlia, ed anche necessità, del nostro livello: un passaggio necessario, senza il quale non si può arrivare ad una forma più evoluta di morale.
La forma impositiva, che vediamo ancora in vigore oggi, nasce dalla necessità di sgrezzare gli individui ancora sordi alle leggi morali. Legislatori e moralisti, adottano norme che sulla carta sono giuste, ma lo fanno con lo spirito sbagliato. Ma tutto questo dipende, come già detto, anche dal livello di coloro a cui le norme morali sono rivolte, i quali non riescono ad obbedire se non con il timore della propria condanna.
Nasce così la morale di facciata, predicata ma non praticata, eteronoma, imposta ma non sentita.
Così se la repressione forzosa di un comportamento è un male necessario, esso è pur sempre destinato ad essere superato. Con il tempo il lavoro sotterraneo dell’evoluzione, attraverso colpi e contraccolpi, addolcirà sempre di più i metodi di vita.
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- La qualità positiva della nuova morale utilitaria
L’essere umano obbedisce istintivamente a due tipi di richiami: la paura della pena e del danno, o la persuasione del vantaggio e dell’utilità. E’ per questa seconda via, quella della comprensione del proprio bene e della convinzione dell’utilità, che si affermerà la nuova etica.
Il metodo con cui opera questa nuova morale non è quello della repulsione, dettata da norme coercitive il cui movente è la fuga dal male che ci minaccia (sanzioni), ma quella dell’attrazione, il cui movente è la coscienza dell’utilità ed il vantaggio di ubbidirle.
La qualità della nuova morale è quella allora di appoggiarsi su forze costruttive e positive, anziché su quelle negative e distruttive. La nuova morale si fonda sul pacifico compimento di una norma, sulla convinta e libera adesione e per amore. E’ la morale di chi comprende che chi fa il bene o fa il male, finisce con il farlo a sé stesso.
“La nuova morale utilitaria ci insegna ad essere onesti, cioè per evitare la negatività, che si paga con il proprio dolore, e per conquistare la positività che è premiata con la propria gioia” (Pietro Ubaldi, Come orientare la propria vita)
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“Questa (nuova)morale sembra essere più libera, ma in realtà è tenuto ad una obbedienza e mantenuto nell’ordine, da una forza più sottile ma più potente della prepotenza umana, in pratica dalla persuasione. Ma alla persuasione non si può arrivare che attraverso l’intelligenza che raggiunge la coscienza della Legge.” (Pietro Ubaldi, Evoluzione e Vangelo)
Così se la coscienza della Legge ci rende più liberi da imposizioni e veti esterni, appena però ci libera, ci riprende in suo potere in una forma più alta, facendoci più liberi ma più responsabili, perché appunto ci siamo fatti coscienti.
Per usare un’immagine esaustiva è come se le pareti della nostra libertà con l’aumento della coscienza, si stringessero anziché allargarsi, proprio perché è la nostra coscienza stessa che ci ammonirà da dentro non appena tendiamo a sgarrare. La libertà a cui oggi tanto si grida, è ancora quella di dar sfogo ai propri istinti e alle basse pulsioni del subcosciente, che non è vera libertà ma schiavitù: schiavitù di un passato bestiale che l’evoluzione vuole superare!
Questa morale è comprensiva, e inclusiva ed è frutto dello sviluppo di una coscienza collettiva, che supera il livello della coscienza separatista, dove il metodo collaborativo e cooperativo è l’unica via per risolvere le esigenze della società. Questa nuova morale rappresenta così un piano biologicamente superiore, in cui il bene ed il male sono concepiti in funzione di tutta la collettività, tenendo conto del prossimo, infatti anche il bene altrui è il proprio utile, come il male altrui il proprio danno.
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- Dalla morale della forza, a quella dell’amore, a quella dell’intelligenza
In passato la Legge di Dio, si è manifestata come dura e inflessibile, prendiamo ad esempio la legge Mosaica in cui vigeva la legge del taglione, e l’imposizione del non fare. Di fatto il decalogo aveva in sé una serie di norme basate sul non: non rubare, non fare, non desiderare ecc.…
Era una legge necessaria proporzionata al livello di allora.
Successivo alla legge Mosaica vi fu l’avvento del Cristo che, come Lui stesso disse, non venne ad abrogare ma a completare la vecchia legge. Infatti se la legge Mosaica mirava a distruggere l’animalità dell’uomo con la forza di rigide regole , la legge Cristica venne a costruire la spiritualità dell’uomo come forma di positiva affermazione: è la legge dell’Amore e della Giustizia.
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Oggi, nella nostra società attuale, basata su un positivismo scientifico, la morale deve rispondere anche alle esigenze dell’intelligenza. Occorre capire che cooperare e collaborare è un affare che conviene a tutti!
In quest’ottica la morale utilitaria si basa sulla legge dell’onestà. Dove per onestà intendiamo il comportarsi senza che ne segua danno, per sé e per gli altri. Possiamo definire allora il concetto di colpa e peccato, come tutto ciò che crea danno o male in ogni senso.
“Le diverse fasi della progressiva evoluzione della morale corrispondono a tre tipi di civiltà, di cui sono il prodotto: 1) quella della forza bruta, del primitivo; 2) quella dell’amore, che con la bontà cerca di addomesticare quella forza; 3) quella dell’intelligenza, che con la conoscenza cerca d’illuminare e razionalmente dirigere quell’amore” (Pietro Ubaldi, Evoluzione e Vangelo)
Alla luce di questo il valore del nostro operato coinciderà con la scala dell’evoluzione:
- Ha valore positivo, in ascesa, ciò che porta al bene, nostro e altrui
- Ha valore negativo, in discesa, ciò che porta al male, nostro e altrui
- Ha valore neutro, stazionario, ciò che non porta né al bene né al male, una serie di atti indifferenti, che non hanno importanza di fronte all’evoluzione, e che costituiscono solo una perdita di tempo.
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È bene tutto ciò che ci fa evolvere, è male tutto ciò che ci fa involvere. Quindi ascesa, evoluzione, utile, bene, Dio costituiscono il campo della moralità. Discesa, involuzione, danno, male, costituiscono il campo dell’anti-morale.
Morale diventa tutto ciò che è elevato, immorale il contrario. Morale è ciò che è lecito, giusto, e benefico, immorale è ciò che è illecito, ingiusto, e malefico. Possiamo ora avere una più vasta definizione di morale:
“L’insieme delle norme di condotta che guidano l’uomo al raggiungimento del maggior scopo della vita, che è quello di ritrovare Dio, risalendo con l’evoluzione il cammino che tutti gli esseri a Lui riporta.” (Pietro Ubaldi, Evoluzione e Vangelo)
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- La nuova morale calata nella realtà del nostro mondo
Veniamo ora alla realtà del nostro mondo, dove le norme etiche si intrecciano e possono scontrarsi con gli istinti fondamentali della vita, e alla lotta per la sopravvivenza che vige sul nostro piano.
La funzione della morale deve essere quella di guidare l’uomo all’adempimento dei fini della vita, e quindi per esservi giustizia non deve nascere un conflitto tra morale e la vita, negando la soddisfazione delle sue sane esigenze.
Tutto ciò che vuole diminuire la vita o ucciderla non può venire che da forze negative e nemiche di Dio.
Così l’etica deve garantire la vita nei suoi diritti fondamentali. Se l’etica va contro a tali diritti allora la vita ha diritto di ribellarsi, e solamente quando a questi diritti fondamentali sono dati legittima e sufficiente soddisfazione, solo allora in caso di violazione delle norme, si potrà parlare di disobbedienza.
Diventa necessario dunque che siano rispettate da ambo le parti, società che fa le leggi e singolo che le deve obbedire, le reciproche posizioni di diritti e doveri, affinché vi sia reale giustizia, e solo allora, in caso di inadempimento di una delle due parti, sarà giustificata la condanna.
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Vediamo ora quali sono le esigenze della vita che la morale non può contraddire ma che deve però regolamentare.
Le esigenze della vita, sono 3:
- la conservazione dell’individuo
- la conservazione della specie
- l’evoluzione
a cui corrispondono 3 istinti
- la fame
- l’amore
- il desiderio di miglioramento
L’etica allora assume la funzione di disciplinare questi 3 istinti e quindi si dovrà occupare:
- dell’acquisto ed uso dei beni, della proprietà, del lavoro etc
- dei rapporti di sesso, formazione della famiglia, doveri dei genitori verso i figli ecc.
- orientare il desiderio di miglioramento e di salire attraverso un aggiustamento progressivo del proprio comportamento in funzione delle proprie possibilità, conformandosi il più possibile verso un modello di comportamento più evoluto, avanzato, civile ed organico.
Questi 3 istinti fanno parte della sapienza della vita, e fanno parte dell’attuazione della Legge e rappresentano il pensiero e la volontà di Dio sul piano umano. Qualunque etica dovrà disciplinare questi impulsi affinché questi impulsi raggiungano meglio i loro fini, e non opporsi ad essi, perché di fatto sarebbe opporsi alla Legge stessa.
- Secondo la nuova morale, la società deve garantire il rispetto della proprietà di coloro che sono stati in grado di raggiungerla e a chi non è stato in grado di raggiungerla, la società dovrebbe prima adempiere al dovere di garantire una casa, del cibo, dei vestiti, l’educazione, la cura sanitaria ecc, sia pur esigendo il corrispettivo di un lavoro all’individuo, se non si tratta di inabili. Se manca il minimo indispensabile per vivere, gli individui saranno portati alla rivolta, legittimata dall’insoddisfazione dei bisogni primari della vita. La colpa invece per l’individuo, secondo la nuova morale, incomincia quando esso esige il superfluo, ciò che è oltre l’indispensabile di cui la vita ha bisogno, confermando quanto dice il Vangelo: il superfluo sia dato ai poveri.
- Secondo la nuova morale l’amore è una funzione fondamentale dell’essere, perché è indispensabile all’evoluzione della specie, ed è mezzo indispensabile perché gli individui possano reincarnarsi e quindi possano evolvere. Amare è così morale quando è diretta alla procreazione, facendone un mezzo perché fini superiori siano raggiunti. Questo significa che l’amore non si arresta alla procreazione ma implica che questo sia completato con la procreazione e l’educazione dei figli, aiutandoli in tutto affinché trovino le migliori condizioni per evolvere. Quando poi per ragioni fisiologiche, la procreazione non è possibile, l’amore è comunque funzione necessaria, per conforto e sostenere la vita individuale dei coniugi. Inoltre l’amore quando non può tradursi nella procreazione dei figli, può farsi fecondo di bontà ed elevamento dell’animo del prossimo. Amare diventa immorale quando diventa uno sfogo egoistico, facendone della propria soddisfazione il suo unico scopo. Il male incomincia quando si esce dall’ordine e dalla disciplina, con l’abuso e l’eccesso, con la mancanza del rispetto dei diritti altrui, e per soddisfare uno smodato appetito che degenera nel vizio. Così anche nel campo dell’amore la nuova morale parla di ordine, pace e rispetto dell’altro.
- La nuova morale deve orientare e disciplinare il sano desiderio di miglioramento, che rimane tale fino a quando questo miglioramento sia fatto secondo le regole dell’onestà e del merito, grazie al proprio lavoro produttivo: per quanto riguarda l’accrescimento e il benessere materiale, la cui eventuale ricchezza raggiunta, deve essere reimpiegata come funzione sociale e generatrice di bene collettivo. E’ male quando la ricchezza diventa superfluo, che è il necessario tolto a qualcun altro; quando diventa ricchezza oziosa e improduttiva, radice di altri vizi. La brama di miglioramento così non può avere solo una funzione egoistica, ma deve comporsi con l’altruismo, e acquista il suo più alto valore quando è così accompagnata anche dall’anelito di miglioramento spirituale, e non solo in vista di affermazioni materiali.
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Abbiamo qui sviluppato dei concetti orientativi, prima tracciando le linee generali che ne motivano la funzione e lo scopo, ne indicano il contenuto, fino a toccare la parte pratica quando questa deve innestarsi nella realtà del nostro mondo. Il processo è lungo e laborioso, e deve partire sempre dal singolo. Chi tira il carro dell’evoluzione sono coloro che per primi si fanno carico di questo lavoro, pur vivendo in una società che contraddice queste norme. A loro l’onere di questa fatica, spesso incompresa e giudicata pazzia, ma che è il valore e la conquista più grande che l’uomo possa concepire. E’ grazie a questi esseri, al loro esempio e alla loro influenza silenziosa che si può progredire. Si pone ora per noi tutti la domanda: “che parte voglio giocare io nell’evoluzione del mondo?”
Bibliografia di riferimento: Evoluzione e Vangelo, Principi di una Nuova Etica, Come orientare la propria vita (Pietro Ubaldi)
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