Oggi affronteremo il tema della nascita, cioè dell’incarnazione dello spirito nella materia.
La nascita rappresenta per lo spirito il momento di discesa nel mondo fisico, il suo incapsulamento in un corpo organico per svolgere una nuova parte del suo cammino evolutivo nella materia, dopo un precedente momento vissuto nei piani astrali, o spirituali a dir si voglia.
Nascita e morte rappresentano due momenti inversi e complementari che fanno capo allo stesso percorso evolutivo di ogni individuo, in cui l’io “invertendo” le propri condizioni di vita, passando dall’ambiente terreno all’ambiente spirituale e viceversa, stratifica nel proprio inconscio sempre nuove esperienze, i cui risultati si sedimenteranno, distillandosi, arricchendo la personalità.
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Come abbiamo già visto altrove, il ciclo di nascita e morte, non si ripete una sola volta, ma diverse volte, tante quante sono indispensabili all’individuo per fare tutte le esperienze necessarie per riconquistare le qualità che ha perso con la sua caduta nell’Anti-Sistema, e con la cui riconquista ritornerà alla vita del Sistema. Questo dà adito alla teoria della reincarnazione, senza cui il fenomeno evolutivo non sarebbe possibile.
Filosoficamente e sostanzialmente l’incarnazione terrena dunque ripete lo schema della Caduta: dove ogni vita rappresenta un tratto di risalita lungo il cammino dell’evoluzione ed un tratto di fatica e di dolore con cui si realizzerà la redenzione dell’individuo. Così l’essere umano è vincolato a questo continui sali e scendi reincarnativi, fino a quando evolvendo non si sarà completamente ri-spiritualizzato, abbandonando definitivamente ogni veste corporea e ripristinando una vita completamente spirituale, estinguendo la reincarnazione.
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La legge della reincarnazione giustifica anche la presenza di una personalità già in parte fissata e presente nell’infante, che non è una scatola vuota, priva di contenuto, ma al contrario, ha già un suo bagaglio di istinti che ci danno prova di come l’individuo già ben conosca l’ambiente terrestre dove dovrà crescere. Questi istinti non derivano da un contenuto ereditario fisiologico, dato dal DNA dei genitori, né tantomeno da una eredità ancestrale della specie.
Questi istinti invece derivano dal passato personale, che è racchiuso nel subcosciente del bambino stesso, che è il frutto della stratificazione di esperienze pre-natali, sia nell’ambiente astrale-spirituale, sia di vite passate nella materia, con cui la personalità si è arricchita sempre più, lungo il percorso evolutivo che mai si interrompe.
Onde per cui nessun bambino nasce puro, poiché ha delle tendenze già determinate da percorsi precedenti, con un proprio bagaglio di qualità, sia positive che negative, che rappresentano gli strumenti con cui potrà affrontare la sua nuova esistenza terrena. Tale bagaglio sarà poi arricchito dalle nuove esperienze che si accingerà ad affrontare, dall’educazione dei genitori, degli insegnanti, dal contatto con l’ambiente esterno, e dalla sua stessa volontà di capire il senso della sua esistenza, qualora ne manifesti il desiderio di ricerca.
“Vi sono note caratteristiche della personalità, specifiche qualità innate, ferite nervose e morali di cui la vita presente del soggetto, come quelle dei genitori o avi, non danno spiegazioni” (Pietro Ubaldi, Problemi Attuali)
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La componente psichica e spirituale dell’individuo è molto più stabile dell’organismo fisico che le compete. I mutamenti del corpo fisico sono molto più repentini che la trasformazione di un carattere. L’individualità tende quindi a subire meno trasformazioni, e tende a rimanere quasi identica a se stessa, e non può essere quindi determinata da un organismo corporeo, eredità fisiologica dei genitori, dotato di pochissima stabilità.
I genitori, conferiscono al nascituro, la materia prima, la carne, il corpo, nella quale si innesta la personalità del figlio, come un conducente entra nel proprio veicolo per guidarlo.
“Alla materia prima presa dai genitori, il nuovo io dà la sua impronta propria, il dirigente adatta a sé il suo mezzo.” (Pietro Ubaldi, Problemi Attuali)
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La personalità del nascituro è così già fissata da lunghe ripetizioni abitudinarie, avvenute in vite passate, secondo la tecnica degli automatismi. Quel che rimane di quelle esperienze sono le attitudini sedimentate nell’inconscio dell’individuo, a cui la vita presenterà il modo di arricchirle e di migliorarle.
La dove siano stati commessi degli errori, cioè delle deviazioni, rispetto ai principi direttivi della Legge, da parte di ogni singolo individuo, la vita presenterà degli impulsi correttivi, atti a provocare un raddrizzamento delle posizioni sbagliate.
Correzioni che saranno necessariamente tanto più forti e durature, quanto maggiore è la resistenza al cambiamento della personalità. La sua resistenza al cambiamento, è direttamente proporzionale a quanto una determinata abitudine, un determinato istinto si sia fissato nel suo inconscio. Maggiore è l’ignoranza e l’errore, maggiore è l’urto correttivo a cui sarà sottoposta la personalità: l’effetto è sempre proporzionale alla causa.
Questo ci farà capire destini tanto diversi, prove così diversificate, che si manifestano già in età giovanile: destini già segnati dall’inizio in forma di dolore, malattie fisiche, ostacoli, difficoltà, ma che non avvengono mai a caso.
Queste sono gli effetti manifesti di cause lontane, che ora, in una determinata vita, trovano la loro esplosione inevitabile, anche in fasi precoci dell’esistenza, dove se ci fermiamo solo a considerare l’esistenza di un individuo come il momento che va dalla nascita alla morte, non riusciamo a scorgerne le cause e gridiamo alla disgrazia. Occorre invece acquisire uno sguardo più lungimirante per comprendere e meglio accettare le prove che la vita ci pone innanzi: fino a poter comprendere che in quegli stessi effetti, che si palesano, vi è la cura stessa!
Così il dolore serve a eliminare il dolore, e la malattia serve a curare la malattia. .
Il dolore e la malattia, sono negativi nelle loro cause, poiché lì è il momento dell’errore, della deviazione alla Legge. E’ in quel momento la genesi del male che si ritorce contro di noi: durante la fase legata all’ignoranza, dove abbiamo sbagliato, si genererà il dolore e si creano le cause anche di una malattia futura, di una tara psichica o fisica; o dove si potranno presentare le cause di future condizioni ambientali avverse.
Come il dolore insegna a non sbagliare più, se ne comprendiamo la sua funzione senza ribellarci, così la malattia, che è lo sfogo inevitabile di una disarmonia antecedente, la cui causa è da ricercarsi prima di tutto in un disordine spirituale, rappresenta il pagamento di un debito: il risanamento di un ordine violato.
Come abbiamo ampiamente visto in precedenti articoli, una profonda indagine dell’inconscio, basata sulla conoscenza della Legge e dei suoi principi, imprescindibile come punto di riferimento per la cura, offrirà la possibilità di individuare i punti deboli della personalità, e l’applicazione della tecnica del superamento evolutivo, per sublimazione, con l’innesto di nuovi impulsi correttivi, in armonia con la legge di Dio.
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Entriamo ora più nel dettaglio nell’evento della nascita.
L’anima, del futuro bambino, rappresenta una personalità psichica già strutturata, costituita da un fascio di forze, cioè da determinate qualità psichiche, che ne specificano il carattere, ma anche la sua posizione evolutiva.
Ora quest’anima, quando si trova nel piano astrale, ha due opzioni: se si tratta di una individualità evoluta sceglierà consapevolmente, per affinità attrattiva, un determinato ambiente ed una coppia di genitori adatti, che gli forniranno la materia organica per costituire il proprio corpo fisico, che plasmerà in simbiosi al lavoro della sua futura madre.
Se invece si tratta di un individualità involuta, sarà la corrente della Legge che la guiderà in modo deterministico verso un certo ambiente e verso i rispettivi genitori. Ciò che incanala in questo caso è di fatto un istinto automatico, sempre per affinità vibratoria, ma che conduce l’anima senza che ne sia consapevole, non avendo acquisito ancora la necessaria autonomia di giudizio.
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In ogni caso è la legge di affinità, la base della sintonizzazione necessaria alla fusione spirito-corpo.
Il che non porta che a concludere che tutte le caratteristiche del bambino derivino, prima di tutto, dal principio spirituale che lo abita, che è quello che ne stabilisce la personalità. Principio spirituale che non si forma al momento del concepimento, ma che è preesistente.
La scienza attuale, attribuisce tutta la costituzione dell’individuo ad una pura ereditarietà biologica, legata al corredo genetico dei genitori, che miscelandosi tra loro danno vita al nuovo individuo, pur mantenendo le caratteristiche della specie. Nelle nostre cellule, il DNA si ripiega su se stesso per formare delle particolari strutture chiamate cromosomi. Nel caso della specie umana, i cromosomi sono 23 e ognuno di questi è presente in doppia copia, per un totale di 46 cromosomi; all’interno dei cromosomi sono contenuti i nostri geni, stimati in totale tra i 20.000 e i 23.000, detto genoma codificante, (oltre ad una porzione molto più ampia di DNA non codificante, circa il 98%, che rappresenta una preziosa risorsa per il genoma, una sorta di magazzino da cui andare ad attingere materiale che consente la ricombinazione genetica) . Se il numero dei geni è elevatissimo, il numero delle combinazioni è inimmaginabile: infatti ogni gene rappresenta un carattere da riprodurre, e data la disposizione a coppia dei geni, uno materno ed uno paterno, ci si trova davanti ad un numero “infinito” di possibilità.
Questa possibilità di combinazione si avvicina alle leggi statistiche della fisica quantistica, cosicché la riproduzione del carattere è un sistema di probabilità. Il fenomeno biologico della riproduzione dei caratteri sfugge quindi per il singolo individuo ad una regolazione deterministica, per obbedire a leggi statistiche e alla irregolarità del singolo caso. Questo è permesso dal fatto, che le libere irregolarità individuali, danno vita nell’insieme degli individui ad una regolarità collettiva, confermando la legge della specie; allo stesso modo in cui una particella subatomica, che è sottoposta ad un principio di indeterminazione propria della fisica quantistica, è soggetta a leggi deterministiche e regolari in un sistema più grande come quello atomico-molecolare confermando le leggi della fisica classica.
Nel caso delle combinazioni dei geni, significa dunque possibilità innumerevoli di liberi incontri individuali, pur rimanendo deterministico la legge generale dei biotipi etnici, distribuzione dei sessi, qualità e caratteri dominanti della massa.
Così a disposizione dell’individualità spirituale vi è la possibilità di scegliere tra numerosissime combinazioni a lui simili, per poter stabilire la sua sintonizzazione per affinità, che è necessario allo spirito per formarsi la sua veste corporea.
A suffragio di questa tesi, possiamo portare l’esempio dei gemelli omozigoti, che pur presentando le medesime caratteristiche genetiche, sono talmente simili da essere considerati identici: ma la realtà psichica, al di là dell’uguaglianza somatica, ci parla di soggetti perfettamente differenziati, con sensazioni, tendenze e caratteri specifici per ciascun individuo.
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L’affinità di scelta è legata ad un percorso karmico, in cui gli eccessi passati si compensano con le carenze attuali, ed il contrario; dove l’individuo vivrà quel tratto di percorso necessario, trovando in un determinato tempo e luogo tutte le prove e le condizioni necessarie a fargli assimilare le lezioni che dovrà imparare, ed il contributo che dovrà apportare.
È di fatto il principio spirituale, che regola l’intero fenomeno, proporzionando tutto alla sua natura, e continuando nella nuova vita terrena, le cause precedentemente seminate.
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La differenziazione cellulare che si sviluppa per suddivisione e moltiplicazione di cellule, partendo da un caos amorfo, da vita alla creazione di strutture, tessuti, sistemi, organi, lasciando intendere che vi sia un principio direttivo sottostante a questa morfogenesi; che si completa in un organismo unico, coordinato ed efficiente. I meccanismi ormonali, i codici nel DNA rappresentano un messaggio, le leve del comando, ma non la causa che li invia o le muove.
Di fatto la cellula, con il comportamento dello spermatozoo, per esempio, dimostra di avere una sua innata intelligenza, una sua, seppur limitata, conoscenza di quello che è il suo compito, e di fatto compete con gli altri, in una sorta di lotta di selezione del più forte. Esiste dunque anche nella cellula organica un elementare principio spirituale, che chiameremo psichismo, preesistente, e che funge da guida.
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Vediamo ora come avviene l’incarnazione…
L’io umano che vuole reincarnarsi, si avvicina per affinità vibratoria, sintonizzandosi, come principio spirituale, con il principio spirituale (psichismo) che regge il materiale molecolare, nelle prime cellule del feto in formazione. Questo materiale è quello utilizzato dall’io umano per costruirsi la sua casa corporea. L’io umano coordina lo psichismo che muove le molecole della materia organica, come un imprenditore dirige i propri operai.
Inizialmente l’impulso della formazione corporea, come moltiplicazione del materiale organico, è lasciato alle singole cellule e alla loro piccola intelligenza. Ma sempre di più lo spirito umano si avvicina, in senso di sintonizzazione, per lunghezza e frequenza vibratoria, intervenendo maggiormente mano a mano che la complessità della crescita del feto aumenta.
L’io superiore umano coordinerà l’intelligenza limitata delle singole cellule, guidandole e coordinandole, organizzandole in tessuti differenziati destinati a funzioni specifiche.
Così vediamo che le parti in causa durante la fase dell’incarnazione sono: lo psichismo cellulare che provvede alla moltiplicazione del materiale organico, l’inconscio materno che dirige questa moltiplicazione come prolungamento del proprio materiale genetico in unione a quello paterno, e l’io spirituale del futuro nascituro, che si occupa della differenziazione cellulare e dello sviluppo completo e definitivo dell’organismo corporeo.
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Prima dunque della nascita del futuro bambino, vi è il periodo del preludio dell’esistenza fisica, vissuto nel grembo materno. “Con la fecondazione dell’ovulo materno inizia la caduta e la fusione dello spirito nella materia. Questo il lavoro dell’io, per rivestirsi, in un modo che gli si permetta di entrare in contatto con il mondo fisico.” (Pietro Ubaldi, Principi di una Nuova Etica)
Questa fase come accennato all’inizio dell’articolo, rappresenta la discesa nell’Anti-Sistema, ed è il periodo più faticoso e doloroso della vita, tanto quanto più l’essere è evoluto, perché maggiore sarà la discesa da un piano spirituale che gli garantisce ampia libertà e coscienza, per chiudersi in un involucro che ne limita le sue potenzialità.
“E’ in questo periodo di permanenza nel grembo materno che l’essere umano è più vulnerabile, perché non ha ancora i mezzi per difendersi e reagire, essendo in una posizione di completa passività e impressionabilità. Deve accettare e subire tutto ciò che gli viene dall’organismo fisico-psichico della madre, che gli fornisce il materiale per la costruzione del proprio corpo. Lo stato organico e mentale della madre si imprime nell’essenza del feto e può essere buono o cattivo, gioioso o triste, sano o malato, trasferendosi come tale alla personalità del figlio.” (Pietro Ubaldi, Principi di una Nuova Etica)
Queste impressioni verranno registrate nel subcosciente del bambino, che potranno riapparire sotto forma di complessi e nevrosi. Ma nonostante questo la personalità del bambino è già fatta come abbiamo visto, e queste impressioni durante la gestazione, non sono che le ultime cause che influenzano la personalità del nascituro. Vi sono infatti strati molto più profondi già sedimentati e cristallizzati nella sua personalità, e che rappresentano tutta la sua storia evolutiva.
Abbiamo così compreso quanto è complessa e meravigliosa la nascita di un bambino. Come questa nascita ha dentro di sé un significato spirituale importantissimo; un significato che va molto al di là del nostro sguardo abituale. Come la gestazione abbia in sé già un rapporto spirituale tra la madre e il figlio, che ci porta a riconsiderare il ruolo che dovrebbe rivestire un genitore in chiave molto più vasta di quella che attualmente consideriamo.
Tutto acquista un senso di sacro e sublime, di bellezza ma anche di grande responsabilità. La vita si amplifica vertiginosamente tanto più ci approssimiamo alle immense altezze dello spirito.
Biografia di riferimento: Problemi attuali, La Tecnica funzionale della Legge di Dio, Principi di una Nuova Etica (Pietro Ubaldi)
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