Psicosintesi Spirituale: 2/5 -la sublimazione-

Continuiamo lo sviluppo del nostro argomento iniziato con la prima parte, affrontando più nel dettaglio il tema della sublimazione.

Che cos’è il processo psichico della sublimazione?

La parola sublimazione, deriva dalla preposizione latina “sub” che significa “sotto” ma anche “presso”, “accanto” e dal sostantivo “limen” che significa “soglia”, “ingresso”.

La sublimazione delle energie psichiche possiamo brevemente definirla come un processo dinamico di trasformazione, in senso evolutivo, cioè di affinamento, spiritualizzazione, allo scopo di condurre l’essere umano verso condizioni e metodi di vita più elevata, allontanando dal piano biologico animale e dirigendolo verso la sua piena realizzazione spirituale.

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Le due energie più grandi che l’uomo ha da sublimare sono appunto l’energia sessuale (libido) e l’energia combattiva (volontà di potenza).

Secondo Freud questo processo poteva avvenire attraverso lo sforzo della volontà, mentre per Jung è un processo condotto quasi esclusivamente dalla necessità, salvo casi eccezionali.

Come sempre la verità non è mai unilaterale, e possiamo affermare che la sublimazione è sia un processo naturale, che può nascere dalla necessità, quindi dal bisogno, e avvenire molto spesso inconsapevolmente, sia essere attivato dalla volontà, quindi avvenire consapevolmente.

Jung stesso infatti sottolinea che vi è volontà là dove vi è coscienza, e la “normalità” della media umana non è affatto consapevole di come dirigere le proprie energie, per cui questo processo non può che avvenire in forma spontanea, per quel tanto che è possibile, in funzione di un nuovo bisogno.

Tuttavia vi sono individui più maturi spiritualmente in grado di trarre da questo processo “alchemico” il maggior vantaggio possibile poiché evolutivamente già avanzati.

Tali soggetti posseggono le potenzialità volitive e coscienti per auto-dirigere le energie psichiche per il proprio avanzamento spirituale, e in cui la rinuncia al basso sfogo animale è un effetto concomitante e collaterale, anche necessario, ma non è la causa della loro elevazione spirituale.

La rinuncia ad uno sfogo biologico inferiore (sesso o aggressività) ha la funzione così di creare un aumento di potenziale, un aumento del “fuoco” interno, ma da sola non basta a creare il super-uomo dello spirito.

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Quello che permette alla sublimazione il massimo beneficio è l’evoluzione già conquistata dall’individuo.

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Il fenomeno della sublimazione non è dunque la trasformazione di qualcosa di “basso” in qualcosa di “alto”, non è il prodotto della trasformazione di un fenomeno di ordine inferiore: non è la trasformazione dell’amore sessuale negato, in amore spirituale, o della propria volontà di potenza soppressa, in umiltà francescana.

La sublimazione è l’utilizzo positivo e costruttivo di un potenziale energetico psichico, non più impiegato per i bassi fini biologici, o rimosso, ovvero degradato in forma di deviazione patologica, ma che resosi disponibile, permette più vaste e grandi affermazioni spirituali, in funzione della maturazione interiore già raggiunta dell’individuo.

Altrimenti uno sforzo di volontà, associato ad un eccessiva rinuncia, non misurato alle proprie possibilità evolutive porterà alla ribellione, che sfociando nell’abuso in senso opposto, porterà alla deformazione dell’istinto, e nei casi più gravi alla pazzia e in alcuni casi anche al suicidio.

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Vi sono infatti numerosi casi di pseudo-sublimazione, in cui questo processo non è che una maschera, una facciata superficiale, sotto quale gli istinti lavorano come e quanto prima, e addirittura possono prendere una via degenerativa, quindi involutiva.

Vi sono poi casi, che sono più frequenti, di sublimazione parziale, dove parte delle energie vengono incanalate verso “l’alto” e parte trovano una normale via di sfogo.

Gli istinti, e le energie ad esse correlate, richiedono dunque un lungo processo di educazione, di affinamento, una profonda e lunga maturazione, a cui la Legge, attraverso le diverse esperienze della vita, vuole condurre, se l’individuo da solo non è in grado di autodeterminarsi, perché troppo immaturo e arretrato.

Ecco perché la Legge guida e sostiene la nostra evoluzione in modo deterministico, cioè inconsciamente, là dove l’essere è immaturo: mentre la vita acquisisce sempre maggior gradi di libertà e responsabilità, e quindi di volontà, là dove, un certo grado di evoluzione sia stato raggiunto.

Così per la stratificazione di esperienze, che si sedimentano e cristallizzano nel nostro subcosciente, questi istinti si modificano, piano piano, in senso evolutivo se l’individuo impara dalle proprie esperienze; in senso involutivo, e quindi patologico, se l’essere persiste nei propri errori.

Se non si capisce il ruolo che gioca la propria personale posizione evolutiva, non si comprende nemmeno come applicare una terapia per la salute di un paziente, o come aiutare un discepolo nel suo processo di crescita interiore, i quali entrambi hanno la stessa scopo: l’evoluzione, che è il maggior fine della vita.

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Osserviamo ora quali sono caratteri generali della sublimazione psicologica:

  1. Elevazione 

Che comporta il raffinamento, per gradi successivi ed entro i limiti di capacità e sopportazione, dei nostri impulsi istintuali, nonché la purificazione delle nostre intenzioni e dei nostri moventi.

  1. Interiorizzazione

Che comporta il trasformare la nostra inclinazione alle realizzazioni esteriori, verso realizzazioni interiori, quindi acquisizioni di qualità e di valori interiori.

  1. Dilatazione 

Che comporta l’ampliamento del nostro raggio d’azione, cioè superamento evolutivo della propria coscienza inclusiva: da sé verso la famiglia, il gruppo, la regione, la nazione, il mondo, etc.

  1. Espressione attiva

Che comporta l’azione e la relazione di aiuto e fratellanza, il nostro contributo di amore e di bene in forma concreta verso i nostri simili.

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  • Il ruolo della volontà

Abbiamo visto che le energie psichiche, emozionali, gli impulsi che nascono dal desiderio, se soffocati tendono a incanalarsi per altre vie degenerando nella patologia lavorando di nascosto nel‘inconscio, e che una volta liberate tendono a prediligere una via spontanea in cui incanalarsi e un altro oggetto su cui trasferirsi, ma con una limitata elasticità di adattamento, più spesso tendente al degenere che al sublime.

La volontà allora, non può avere la funzione di dominare schiacciando queste energie, ma di dirigerle, di regolarle e orientarle, in quanto “la volontà è la funzione più immediata e diretta dell’io” (Roberto Assagioli, L’atto di volontà). La volontà ci dà il potere di scegliere che strada intraprendere e di superare le nostre resistenze.

La volontà è una qualità dello spirito che garantisce tenacia, può sopperire a periodi di aridità d’anima, contrasta in modo efficacia le fluttuazioni emotive, regolandone i picchi in eccesso e in difetto e permettendoci di continuare il percorso intrapreso anche nei momenti più critici.

Non di rado il processo di sublimazione è accompagnato da un travaglio interiore, da un senso di aridità, e da sofferenza. Si alternano spesso delle alternanze tra momenti di successo a cui seguono delle ricadute.

Essa avviene spesso in modo non lineare e continuo, ma frazionata per cicli e varia a seconda dell’evoluzione individuale, della plasticità della “materia psichica” e a secondo del temperamento individuale.

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In sintesi la sublimazione è un processo biunivoco, spontaneo e voluto allo stesso tempo, ma proporzionato alle nostre capacità individuali.

Inconscio e conscio devono così integrarsi, come devono integrarsi l’irrazionale con il razionale, il desiderio con la volontà. Prende allora importanza aprire la percezione al supercosciente, sede delle più alte aspirazioni dell’animo umano: deve essere perciò presente in germe, almeno, quel “sentire d’anima” che, discendendo dall’Alto smuova la coscienza ordinaria dal proprio torpore.

È proprio l’apertura al supercosciente la conditio sine qua non, perché si innesti la dinamica sublimativa, dove l’alto ideale e il sano impulso di miglioramento incontrano la volontà di realizzarlo.

Nel successivo articolo ricalcheremo la funzione dell’inconscio e del conscio, e vedremo la differenza tra la nevrosi patologica e la nevrosi evolutiva.

Fine seconda parte

Bibliografia di riferimento: Principi di una Nuova Etica, Ascensioni Umane (Pietro Ubaldi), Psicosintesi, L’atto di volontà (Roberto Assagioli), Psicologia dell’inconscio, Il ruolo dell’Inconscio nella psicologia moderna (C.G. Jung)

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