La Tecnica dell’Evoluzione

Tracciamo in questo articolo il metodo attraverso cui si svolge, nei suoi orientamenti generali, l’evoluzione.

Evoluzione è sinonimo di diversi fenomeni che in ogni caso segnano il passaggio dalla fase materia, punto di partenza, alla fase spirito, punto di arrivo.

Il nostro Universo, e noi con esso, sta vivendo la fase del fisio-dinamo-psichismo (Pietro Ubaldi, La Grande Sintesi), cioè il passaggio dalla materia all’energia, e dall’energia allo spirito.

La scienza ha ormai chiaramente e inequivocabilmente scoperto l’inconsistenza della solidità della materia, che si riduce ad una impalpabile onda, fase dinamica equivalente all’energia, e arriverà a ridurre quest’ultima al dinamismo del pensiero, proprio dello spirito.

Così l’Universo non ha la sua vera solidità nella materia che lo costituisce, ma nei principi astratti e nelle leggi che lo governano e che rappresentano il pensiero di Dio. L’Universo è così il corpo di Dio, in cui è manifesto il Suo spirito immanente.

Tutto allora, anche ciò che è materiale è, nella sua sostanza, pensiero.

Se oggi siamo stiamo percorrendo la fase materia->energia->pensiero, come la nostra scienza ha ormai scoperto, è perché il nostro Universo si deve essere generato per un movimento opposto; fase pensiero->energia->materia. Se abbiamo compreso i principi fondamentali che lo regolano, dobbiamo allora aver capito che ogni ciclo, nel sistema dualistico in cui siamo immersi, si equilibra con il suo opposto e complementare. 

Così nel macro come nel micro, a un ciclo involutivo, in cui lo spirito ha necessità di un corpo, ne corrisponderà uno opposto, evolutivo, in cui il corpo si smaterializza per liberare lo spirito: tanti microcicli ad ogni livello si ripetono in senso ascensionale, all’interno del grande respiro dell’Universo e del suo massimo ciclo cosmico, InvoluzioneEvoluzione, che può anche chiamarsi di Caduta e Salvezza.

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Fatta questa necessaria premessa, vediamo come la nostra personalità sia di fatto uno dei tanti fenomeni che la vita presenta e sottopone ad evoluzione.

Spirito e corpo rappresentano due unità inverse e complementari, che formano insieme, una unità equilibrata e simmetrica.

Il corpo messo alla periferia, attraverso la percezione sensoria, è in relazione con il mondo esterno, attraverso cui sperimenta e registra le esperienze che comunica all’altro capo del sistema, lo spirito, posto al centro e nella profondità del nostro essere. 

Lo spirito così elabora, distilla e assimila tale esperienze; le immagazzina in forma di sintesi trasformandole in nuove qualità acquisite. Così ogni esperienza, anche quelle che noi consideriamo come negative, come il dolore e la sofferenza, hanno un ruolo fondamentale per la costruzione del nostro Io.

Così nulla nella vita viene perduto, nulla è inutile, ma tutto serve all’edificazione della nostra coscienza.

Se il mondo sensorio, rappresenta un’illusione, le esperienze che però facciamo in questo mondo hanno delle conseguenze ben reali e sono indispensabili per la formazione della coscienza e del nostro essere. Altrimenti se tutto fosse solo un’illusione fine a sé stessa, senza conseguenze, non si capirebbe il motivo che avrebbe lo spirito per discendere nella materia e venire a fare le sue esperienze.

I due termini spirito e corpo sono entrambi importanti ai fini evolutivi. Così come il corpo non va distrutto con inutili pratiche ascetiche, così nemmeno va disprezzato lo spirito come fanno i materialisti, vivendo per ingrassare il corpo e pensando a vivere solo in funzione dei suoi agi.

C’è chi ha una sua forma di equilibrio in una via di mezzo, il cosiddetto “mens sana in corpore sano”, dove nessuno dei due elementi è predominante..

Quello che invece qui si vuole esprimere è la necessità dello spirito di evolvere, facendo evolvere anche la materia che gli fa da veicolo e strumento di espressione. Tra i due termini è lo spirito che si trova alla testa dell’evoluzione ed il corpo in fondo, nella coda. Essendo lo spirito la causa prima, l’evoluzione conduce alla spiritualizzazione dell’intera personalità, l’espansione della coscienza e il dominio del pensiero sulla materia. Lo spirito è dunque il traino, “il cui sistema dinamico costituente bombarda con il suo fascio di forze, il sistema atomico-molecolare-cellulare, costituente il corpo.” (Pietro Ubaldi, Problemi dell’avvenire)

Significa in poche parole, diventare consapevoli di essere spiriti che hanno un corpo, e che di conseguenza lo dobbiamo utilizzare per i suoi fini: e non essere asserviti al corpo, intorpiditi in uno stato letargico, trascinati dal corpo che vuole conservarsi e finirà invece con l’imputridirsi e lo spirito con esso.

Non più un placido e tranquillo equilibrio tra spirito e corpo dunque, ma la tensione dello spirito nella sua ascesa.

Il tutto attraverso lo scambio e la lotta necessaria tra i due elementi contrari che con il loro accoppiamento svolgono così un lavoro generativo.

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Se è pur vero che tutto serve allo spirito per evolversi e che l’ambiente offre le resistenze e le possibilità più opportune ad ogni individuo per evolversi, e che alla fine ogni cosa si risolve sempre per il bene, anche il male, non possiamo dimenticare l’importanza di un lavoro cosciente e consapevole per orientarci al meglio ed evitare le spiacevoli conseguenze di un comportamento sbagliato.

Così non sempre seguire le proprie inclinazioni spontanee, senza immettere nella propria personalità delle spinte dettate dallo sforzo di migliorare, è la cosa più saggia, tutt’altro.

Il seguire solo i moti spontanei significa per lo più dar sfogo al subcosciente: che di fatto raccoglie la sintesi del nostro passato e che se determina le spinte innate che si concretizzeranno nel nostro destino, non deve per questo essere assecondato in tutto e per tutto, per evitare di rafforzare le nostre inclinazioni negative con le inevitabili conseguenze a nostro danno.

Occorre quindi un sano discernimento per comprendere quali tra le spinte naturali siano sane e creative, e quindi evolutive , e quali, insane e distruttive, e dunque involutive.

Abbiamo spiegato in modo approfondito in altri due articoli (“Il ciclo della Redenzione” e “La posizione dell’uomo di fronte alla Legge”) le dinamiche correttive dei nostri errori e la necessità di lavorare attivamente su di sè. Per i più giovani spetterebbe ai genitori e agli educatori favorire la crescita di quelle qualità positive e tagliare alla radice le tendenze negative che sono insediate nel loro animo. Il problema sta nel fatto di avere figure pronte a tale alta missione.

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Abbiamo quindi fin qui compreso che il corpo è mezzo di prove e di esperienze che lo spirito poi elabora: lo spirito, al polo opposto, è la potenza creatrice del corpo. Il comandante che trasforma e riorganizza la materia per crearsi un organismo di espressione per lui sempre più adatto.

Attraverso questo scambio e comunicazione continua avviene l’evoluzione di entrambi i termini del sistema fisico-spirituale che costituisce l’essere umano e la sua personalità.

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Affinché lo spirito e il corpo comunichino, come due centrali elettriche, è necessario che i due termini vibrino e risuonino insieme, in sintonia. Per questo devono avere la stessa lunghezza d’onda e frequenza.

Così è necessario che lo spirito, dotato di maggior dinamismo e frequenza vibratoria, per comunicare con il corpo debba ridurre il suo potenziale, e far vibrare il sistema organico più evoluto che il corpo ha a disposizione: il sistema nervoso e il cervello. Il sistema nervoso infatti è il tessuto più evoluto e quindi dotato di maggior frequenza e rapidità cinetica dell’organismo umano, il quale a cascata trasmetterà attraverso i nervi il messaggio dello spirito all’intero organismo.

È attraverso il sistema nervoso dunque che la comunicazione tra i due termini avviene in un continuo scambio.

Il circuito ha così un polo positivo nello spirito, dinamico, radiante, di corrente positiva che va verso il polo negativo, che è il corpo, di sua natura passivo. Dal polo negativo a sua volta partono segnali di ritorno allo spirito che elabora per sé le nuove qualità: e così il circuito si chiude.

Questo circuito che si chiude con messaggi di andata e ritorno è comunque un circuito sempre aperto, pronto ad assimilare il risultato di ogni nuova esperienza.  

Entrambi, lo spirito che il corpo, possono essere considerati  sia come sistemi dinamici, con il fascio di forze che li costituiscono, sia come sistemi cinetici con le loro traiettorie. Essendo i sistemi comunicanti e attigui, le forze dell’uno cercano di vincere le resistenze dell’altro, le traiettorie immesse nel sistema dell’uno cercano di modificare le traiettorie dell’altro. I due sistemi si puntellano come fanno la funzione e l’organo.

In sintesi affermiamo una volta di più che è lo spirito il punto di arrivo: ed è nella purificazione del pensiero e nella liberazione dalla forma lo scopo dell’evoluzione: ed è nella smaterializzazione che avviene l’evoluzione della materia stessa, con il suo ritorno allo stato di puro concetto. Tutto evaporerà nell’imponderabile realtà dello spirito.

Bibliografia di riferimento: Problemi dell’avvenire (Pietro Ubaldi)

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