Il problema del Male e la Sapienza della Legge

Oggi vogliamo fare delle riflessioni prendendo spunto dal capitolo 10 –Il problema del male-, del volume “La Nuova Civiltà del III Millennio”, di Pietro Ubaldi.

Che cosa è il male? Come è nato? A cosa serve? Quando cesserà?

Queste sono alcune delle domande che si possono fare sull’argomento, a cui vogliamo dare una risposta. Come sempre tutto sarà inquadrato all’interno dei principi e delle leggi universali di cui parliamo nei nostri articoli, trovando coerenza nell’ordine generale delle cose.

Partiamo, dunque, dall’inizio. Cosa è il male?

Possiamo definire il male come l’assenza di bene. Filosoficamente ma anche sostanzialmente il male, come il buio non è qualcosa che esiste di per sé, infatti il buio non è altro che assenza di luce, ed il male, dunque, non è che assenza di bene. Così mentre il bene esiste di per sé, il male non può esistere che in funzione e alle dipendenze del bene.

Allora il male rappresenta qualcosa di segno negativo, è in sé una negazione, che trova il suo aspetto complementare, opposto nel bene che ha segno positivo, ed è in sé una affermazione. Sono due termini del dualismo fenomenico che si contendono il campo delle nostre esistenze.

Potremmo definire ancora meglio il male come un sistema di forze, di segno negativo, di carattere distruttivo, infecondo e anti-vitale. Nella religione cristiana il male è impersonificato da Satana, che rappresenta l’anti-Dio, colui che si oppone a Lui.

Se avete letto qualche altro nostro articolo, facciamo spesso riferimento alla Ribellione iniziale, e alla Caduta degli Angeli che avvenne come conseguenza, e che ebbe in Lucifero il promotore della rivolta.

Dunque il male ebbe il suo inizio proprio in quel momento, non dunque come qualcosa generato e pensato dal Creatore, ma come conseguenza del libero arbitrio delle creature, non in una sola –Lucifero- ma anche in tutti coloro, cioè noi tutti, che volemmo seguirlo.

Da questo si evince, che il male è il prodotto della disobbedienza alla Legge di Dio, dell’allontanamento dal bene: bene che ha in Dio la sua personificazione assoluta, e male che al suo estremo opposto ha in Satana la sua personificazione.

In ognuno di noi, però sono presenti queste due forze che si combattono, si contrastano e si completano. Così siamo divini e satanici allo stesso tempo, almeno fino a quando non avremo riconquistato la purezza iniziale, la perfezione da cui ci siamo allontanati e cui faticosamente dobbiamo ritornare.

Così dentro di noi permangono “zone” di male tanto più quanto siamo involuti e arretrati nel cammino ascensionale, e all’opposto aumenteranno le “zone” di bene, tanto più quanto ci saremo evoluti e saremo avanzati nel cammino spirituale.

Il male rappresenta il basso, il passato, il disordine, l’inferno, la rivolta alla Legge, l’allontanamento da Dio. Il bene rappresenta l’alto, il futuro, l’ordine, il paradiso, l’ubbidienza alla Legge, l’avvicinarsi a Dio” (Pietro Ubaldi, La Nuova Civiltà del III Millennio)

Se il bene rappresenta il “si”, il male rappresenta il “no”. La natura del male è una natura rovesciata così come al rovescio sono i risultati delle sue azioni.

Le 3 caratteristiche delle forze del male, che Ubaldi ci descrive sono:

  1. Una assoluta impotenza del male a costruire in proprio favore e capacità di svolgere solo una attività negativa, cioè di intralciare l’altrui lavoro costruttivo.
  2. Una sua irresistibile tendenza all’autodistruzione
  3. Il capovolgersi di tutto il rendimento della sua attività si rivolge non in proprio favore, ma in favore del termine opposto; il bene

Della prima caratteristica abbiamo già accennato, dicendo che il male è in sé una forza distruttiva, non costruttiva, la cui azione è quella di mettersi ad ostacolo di chi cerca di fare un lavoro costruttivo, quindi per il bene.  Quando sotto i nostri occhi appaiono temporanee vittorie del male, queste non sono che vittorie effimere, illusorie, instabili. Destinate a crollare non appena la loro funzione sia terminata.

Colui che agisce spinto da queste forze negative, non costruisce nulla per sé ma solo distruzione, in quanto generando cause negative non potrà di ritorno che avere effetti negativi, anche se temporaneamente potrebbe trarne qualche vantaggio immediato. Così chi semina il male, sceglie un godimento ed un utile temporaneo, fittizio, ma difatti lavora in perdita: a lungo termine la sua miope azione non pagherà a suo favore.

Infatti la sua azione è volta a trarre un vantaggio proprio dal danno altrui, per un suo esclusivo tornaconto; modo di agire che è in disaccordo con i principi di vita organica, unitaria e collaborativa della Legge.

Nel secondo aspetto proprio per la sua natura, negativa e distruttiva, non solo non è in grado di costruire nulla di buono per sé e per gli altri, ma è fatalmente destinato verso l’autodistruzione.

La natura negativa delle forze del sistema implica che il loro sviluppo si traduca in un lento autologoramento, in un progressivo esaurimento.” (Pietro Ubaldi, La Nuova Civiltà del III Millennio)

La natura del male è nel suo senso di isolamento, di vita a discapito dell’altrui vita, anti-vitale dunque. Volendo finire per asfissiare gli altri, finisce per asfissiare sé stesso e morire. Non può vivere da solo, è come una cellula tumorale che vive ai danni della vita altrui, ma se muore quella vita, muore anche lui. Non c’è via finale per il male che la propria estinzione, per sua stessa natura.

Il terzo aspetto ci dice che tutta la sua attività distruttiva, essendo una forza di natura rovesciata tenderà a risolversi per il bene, non a vantaggio proprio ma a vantaggio del bene. Quando un individuo o una collettività è mossa da forze negative e distruttive a danni di altri individui o di altre collettività per trarne il proprio utile, essendo il male una forza rovesciata, darà risultati ribaldati: il male e il danno di chi lo commette, anche se pensava di averne un vantaggio; il bene di chi lo subisce, anche se all’inizio non ne capisce quale utilità ne possa scaturire.

L’utilità di questo male subito, non sta solo nel pagare un eventuale debito contratto, un karma, legato a cause mosse in un passato più o meno lontano, ma quello di avanzare sulla scala dell’evoluzione per la maturazione della coscienza che se ne trae da questa dura lezione: tanto dura, quanto necessaria.

Così vediamo come il male sia uno strumento ignaro e inconsapevole delle forze stesse del bene, che lavora suo malgrado ai fini dell’evoluzione e a favore della Legge. Colui che vuole ingannare finisce per essere ingannato, vuole essere un distruttore e finisce per essere un costruttore inconsapevole del bene, l’oppositore alla Legge, ne diventa un servo ignaro e inconsapevole. Dio e la Sua Legge sempre vincono.

Tutto nella Legge, anche là dove questa assume aspetti negativi, deve esser costruttivo, anche sotto le apparenze di una forma opposta.” (Pietro Ubaldi, La Nuova Civiltà del III Millennio)

Tutte le forze in campo, siano esse positive e negative, di bene o di male, si combinano e si miscelano per farci avanzare. Così vediamo che quando commettiamo degli errori, o veniamo colpiti da altrui azioni negative, viene stimolata la nostra capacità di reazione, sotto l’impulso del dolore e della sofferenza recataci o dal male altrui o da una nostra deviazione commessa fuori dai binari della Legge. Saranno proprio le sferzate del dolore a risvegliare la nostra anima, macerandoci all’interno e sviluppando la nostra intelligenza e consapevolezza. Così il male lavora per il bene, unico e vero trionfatore finale.

“Il bene ha dunque un grande alleato. Esso è il male. Le forze di questo lavorano contro sé stesso a vantaggio del bene. In modo che in sostanza le spinte del male si sommano a quelle del bene e tutto, sotto le apparenze di disordine, è ordine, di ribellione, è ubbidienza a Dio.” (Pietro Ubaldi, La Nuova Civiltà del III Millennio)

Naturalmente da questo desumiamo che la posizione più sicura è quella sempre del bene, in armonia con la Legge del Padre, Legge di Amore e di Perdono, lavorando in modo costruttivo, affermativo, vitale e organico. In quanto se è pur vero che anche le nostre zone negative si possono risolvere, guidati dalla Sapienza della Legge, in positivo, il camminare sulle vie del male ci legherà alle sue inevitabili conseguenze dolorifiche. Essere dalla parte del male, o avendo in noi anche parziali campi di tali forze negative, necessariamente ci sottoporrà ad un indispensabile lavoro di purificazione e dolore, che ha come fine quella di estinguere la malapianta dentro di noi, fino a perfezione e purezza riconquistata.

In ultima battuta, rispondiamo all’ultimo quesito che ci siamo posti. Quando cesserà il male?

Esso cesserà quando l’intero processo evolutivo di risalita, conseguente al precedente processo involutivo di discesa, legato alla Caduta, da cui il male ha avuto inizio, sarà completato…per tutti!

Fine.

Bibliografia di riferimento: La Nuova Civiltà del III Millennio (Pietro Ubaldi)

2 pensieri riguardo “Il problema del Male e la Sapienza della Legge

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