Come accennato nella prima parte degli articoli relativi alla personalità, i fenomeni dell’Universo sono diretti da un principio unitario, che si può chiamare Monismo, in cui determinati schemi e leggi si ripetono per analogia su più livelli.
Quando parlammo altrove della Creazione, ne abbiamo visto il suo principio trinitario. Per riassumere brevemente ne ripresentiamo qui lo schema:
- Spirito, Pensiero/Idea, Sapienza
- Padre, Volontà/Azione, Potenza
- Figlio, Creazione/Realizzazione, Amore
Un altro esempio di schema trinitario è quello della trinità della sostanza, espresso largamente ne “La Grande Sintesi“, dove vediamo che nel nostro Universo si manifesta nei tre termini: spirito α, energia β, materia ω, è quello che Ubaldi chiama il fisio-dinamo-psichismo, che non è solo la fotografia di 3 fasi distinte, ma anche un continuo movimento di oscillazione da una verso l’altra al fine di consentire l’evoluzione di tutto ciò che esiste nel nostro universo, compresa dunque la nostra personalità.
È proprio questa intima oscillazione che viaggia su una via binaria, dall’esterno verso l’interno e dall’interno verso l’esterno a permettere lo sviluppo e l’accrescimento della nostra personalità e della nostra coscienza.
Il pensiero si fa azione, concretizzandosi, materializzandosi, e viceversa l’azione si fa pensiero, smaterializzandosi e distillandosi nel profondo di noi stessi. Ad una fase attiva, concreta, corrisponde una complementare fase passiva, riflessiva: così si distillano le esperienze e la nostra personalità e la nostra coscienza si espande.
In questo schema bipolare si innesta un terzo elemento; è così che dal 2 nasce il 3. Afferma così Ubaldi: “Il principio di trinità, la formula della sua struttura, non è che un derivato del principio di dualità” Vediamo allora che laddove vi è un pensiero direttivo, che fa capo allo spirito, il quale comunica con un corpo, che fa capo alla materia, nel mezzo di questi due estremi si innesta un dinamismo volitivo che corrisponde all’ energia. Così tra spirito e materia, si interpone l’energia, tra idea e azione, la volontà, tra principio e forma, il movimento.
“Nell’uomo come nell’universo, di cui egli è fatto ad immagine, il passaggio dal primo al terzo momento avviene attraverso il secondo che, all’andata (discesa) ha segno positivo e al ritorno (ascesa), si inverte con segno negativo” (Pietro Ubaldi, La Nuova Civiltà del III Millennio, cap. 28)
A questo punto veniamo illuminati dal fatto che nella fase di una nostra creazione, la volontà ha segno positivo, agente, affermativo, ma ad azione compiuta, la stessa ritorna al mittente (l’io) sotto forma di riflessione, e la volontà prende segno negativo, è passiva e ricettiva. Questa è la fase dell’elaborazione, della riflessione che segue al nostro agire. Si pondera, si valuta, si traggono le conclusioni, si impara. E imparando si cresce e la personalità si sviluppa dilatandosi, ampliandosi, da esperienze a esperienza. Così ci evolviamo, procedendo sempre di più dal piano materiale al piano spirituale, seguendo la traiettoria di sviluppo di tutti i moti fenomenici, per lenta elaborazione e fissaggio di qualità. Percorso spiralizzante fatto di andate e ritorni e progressivi aggiustamenti in avanzamento.
La nostra attuale psicologia è arrivata a contemplare lo studio del conscio e del subconscio, ma si apre davanti a noi la scoperta e lo studio del superconscio, intuito anche da Roberto Assagioli con la sua psico-sintesi.
In tutti noi probabilmente, se pur in maniera rudimentale vi sono state percezioni interiori, sprazzi di una sensibilità spirituale. Vi sono poi esseri la cui psiche è atta a ricevere tali impressioni in modo maggiore, legata ad una maturazione evolutiva più marcata. Tali impressioni sono costituite da intuizioni, ispirazioni, e a volte anche da sogni premonitori e che sono differenti dalle esperienze quotidiane che raccogliamo e immagazziniamo attraverso i sensi, nelle nostre esperienze terrene.
Così la psiche può essere folgorata da lampi intuitivi, lampi che sono squarci di Verità che si aprono innanzi a noi: questa Conoscenza ha il carattere dell’immediatezza, della sintesi, della istantaneità. Conoscenza che scende da piani più evoluti del nostro: sono i piani spirituali più avanzati che comunicano con quella parte di noi che è spirito come loro.
Queste zone rimangono spesso per noi perse nell’ombra, dell’incoscienza, e la nostra vita per lo più si svolge in una zona limitata del cosciente, una piccola zona di luce, che rappresenta in senso stretto la nostra personalità, ma che è situata in mezzo a zone di buio che costituiscono, insieme al cosciente, in senso più ampio e completo, tutta la nostra personalità.
Dunque la nostra personalità è fatto da una piccola parte di cosciente, e da una vaste zone di incosciente. Zone che chiameremo subcosciente e supercosciente.
In sintesi rivediamo in altri termini lo schema trinitario della personalità: ad un estremo il subcosciente gravitante nella carne, nel corpo e , eredità della razza umana figlia del suo passato.
Nel cosciente è la zona intermedia: è la zona della sperimentazione, della ragione; è la zona del presente.
Il supercosciente è l’altro estremo dello schema trinitario della personalità. È la zona che fa capo allo spirito; è la zona delle anticipazioni e del futuro.
Fine Terza parte
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Bibliografia di riferimento: La Nuova Civiltà del III Millennio, Principi di una Nuova Etica (Pietro Ubaldi)
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