In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio. Tutto è stato fatto per mezzo di Lui e senza di Lui nulla è stato fatto di ciò che è stato fatto. In Lui era la vita e la vita era la luce degli uomini, e la luce risplende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno compresa. (Giovanni 1,1)
Oggi vogliamo prendere in considerazione uno dei passi più profondi e importanti dei Vangeli, quello di Giovanni, con cui apre il suo racconto.
Abbiamo un inizio, “in principio era il Verbo”. All’inizio di ogni cosa, dell’esistenza era il Verbo, esso era presso Dio ed era Dio stesso. Il Verbo, il Logos, la Parola: la Parola-il Verbo è l’estrinsecazione di un Pensiero, di un Idea.
Il Verbo rappresenta così l’azione, la messa in opera del Pensiero. Ecco che il Verbo è il secondo momento della Trinità, l’azione che fattura la Creazione. Il primo momento è il Pensiero, l’Idea Concepita.
Il Verbo è comunque Dio, nulla di diverso o estraneo o al di fuori di Esso. Si apre davanti a noi il “Mistero” della Trinità, che ritroviamo in molte religioni, e che nella fattispecie in quella Cristiana vediamo individuata come Padre, Figlio e Spirito Santo. Dio Trino e Uno, Uno e Trino sempre allo stesso tempo, in ogni momento, e in ogni punto dell’infinito, infinito che Dio abbraccia e comprende, e fuori di Lui nulla può esistere. (Tutto è stato fatto per mezzo di Lui e senza di Lui nulla è stato fatto di ciò che è stato fatto)
Così il Verbo, è il Padre, la Potenza, l’Azione che plasma la Creazione. Secondo momento della Trinità del Tutto-Uno-Dio. È L’Onnipotente
Il primo momento è rappresentato dall’Idea, dal Pensiero, lo Spirito, la Sapienza che tutto sa e conosce, è l’Onnisciente.
La Sapienza che sa, muove la Potenza che può e dà vita alla Creazione, è l’Onnipresente, Il Figlio, terzo momento della Trinità-Una: genesi delle creature spirituali. È il parto di pensiero del Divino Genitore che trae da Sé stesso, dal Suo Incendio d’Amore le proprie creature fatte a sua immagine e simiglianza (utilizziamo il termine simiglianza e non somiglianza volutamente, in quanto il termine somiglianza deriva dalla parola “soma” cioè corpo, e Dio è puro Spirito, incorporeo, indefinibile, senza attributi né limiti.)
Avviene così la genesi delle scintille divine, fatte a Sua immagine a simiglianza, cioè degli “io sono” minori, relativi; quelli della creatura, rispetto all’”Io Sono” maggiore, assoluto; quello del Creatore.
Il terzo momento è dunque la Creazione, la fatturazione dell’Amore, che in quanto tale non può che generare altra Vita, che Dio trae da Sé stesso, generando dall’Uno la moltitudine infinita degli esseri. Esseri che rappresentano e sono individuazioni differenziate, gerarchicamente organizzate per funzioni e caratteristiche nel grande organismo collettivo. Ritroviamo così uno dei più importanti principi della Legge che è il principio delle unità collettive.
Così riassumendo abbiamo:
- 1° momento: Spirito, Pensiero, Sapienza
- 2° momento: Padre, Azione, Potenza
- 3° momento: Figlio, Creazione, Amore
Quando parliamo di “momenti” è per esprimere in parole umane qualcosa che altrimenti non può essere spiegato. All’atto della Creazione non esiste una sequenza temporale, non essendovi che un eterno presente in atto. Non essendovi nulla di materiale che da vita allo spazio-tempo. Nel momento in cui il Divino Pensiero è emesso è già azione in atto, ed è già Creazione fatturata. Quindi Pensiero-Azione-Creazione sono un tutt’Uno.
“In Lui era la vita e la vita era luce degli uomini”. Dio è vita, è l’esistenza stessa, e nulla può esistere al di fuori di Lui.
“Tutto ciò che esiste è vita, cioè Dio. E Dio è tutto ciò che esiste, che è vita. Il nulla, quindi non esiste. Esso non può esistere in se stesso, da sé solo, ma solo come una funzione dell’esistere, come una sua diversa posizione, come l’ombra non può esistere in sé stessa, ma solo in funzione della luce, e il negativo non è concepibile che come contrapposizione al positivo.” (Il Sistema, cap.II, Pietro Ubaldi)
Ed ecco che Giovanni ci dice: “e la luce risplende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno compresa”.
Qui oggi prenderemo in considerazione solo un aspetto di questa affermazione, attinente alla genesi delle tenebre.
Analizziamo…
Ombra e tenebre sono di per sé sinonimi, ma abbiamo visto che questa non può esistere in Dio, ne può esistere da sé stessa, ma esistere solo in contrapposizione alla luce. Ed ecco che mentre la Luce pervade la Creazione Originaria, quella delle scintille divine, si verifica un fatto, un qualcosa che determina la nascita della tenebra.
Abbiamo detto che la tenebra non può essere nel Creatore, ed allora se non era in Lui, non poteva essere che nella creatura. Ma non poteva nemmeno essere nella creatura come difetto connaturato, come imperfezione di nascita, in quanto partorita da Dio che è somma perfezione. Allora come si spiega questa falla apparente nel Sistema, nell’Ordine Divino? Che la Creazione Originaria fosse imperfetta? Può essere difettoso il Pensiero di Dio? Se fosse difettoso o imperfetto non sarebbe più Dio. Di conseguenza essendo il Pensiero di Dio perfetto anche la Creazione Originaria, quella spirituale, fatta di infinite scintille divine, doveva per forza di cose essere perfetta. Eppure “la luce risplende nelle tenebre”!
Vediamo come questo fu possibile.
Abbiamo detto che la Creazione fu fatta per Amore, con Amore, e retta dall’Amore. Ma l’Amore non può avere il segno della costrizione, dell’obbligo e della coercizione, pena non essere più amore ma schiavitù. Così l’Amore risulta intimamente e indissolubilmente connesso alla libertà.
La libertà implica una scelta, un si o un no, rimanere o andarsene, aderire o ribellarsi. La libertà rappresenta l’incoronamento dell’Amore, è il Si in risposta all’amore dell’Amato, è l’abbandono incondizionato ad esso, è il contraccambiare, il rinforzo all’amore di chi ci ama; è la risposta che l’Amato desidera avere e tacitamente tiene nel suo cuore, non potendo che accettare il solo e pieno consenso in libertà assoluta di chi ama.
Fu questa condizione, di scelta, che permise alle creature di scegliere da che parte stare. E parte di esse, non tutte, scelse il no, la negazione, con la conseguenza genesi della tenebra, dell’ombra come conseguente allontanamento dalla luce.
Fu la caduta degli angeli. https://lanuovaera.blog/2020/06/14/la-caduta-degli-angeli-chi-siamo-e-la-nostra-libera-scelta/
Per capire come sia stata possibile questa scelta, non basta solamente però la componente della libertà, che è la condizione necessaria perché avvenga una scelta; bisogna anche capire la struttura, le caratteristiche della scintilla divina che ha fatto propendere per questa infelice decisione.
Abbiamo visto che le scintille divine partorite dal Divino Genitore, sono infiniti “io sono” ripetendo lo schema dell’”Ego Sum” di Dio, in cui l’egocentrismo di Dio si ripete in scala minore nell’”io” delle creature.
https://lanuovaera.blog/2020/06/02/egocentrismo-altruismo-liberta-tre-qualita-dellio/
“Ciò che li tradì fu lo stesso principio fondamentale dell’essere, proprio anche ad essi: l’egocentrismo. Rappresenta il principio unitario che regge l’esistenza di ogni individuazione dell’essere. Suo modella massimo è Dio, centro intorno a cui tutto e verso cui tutto gravita. Egocentrismo non vuol dire egoismo. Quest’ultimo è un egocentrismo esclusivista a vantaggio proprio e a danno degli altri, mentre l’egocentrismo può far centro in sé come fin nel caso massimo di Dio, soprattutto per il bene degli altri” (Il Sistema, cap. II, Pietro Ubaldi)
Così le creature, nella loro libertà, preferirono all’egocentrismo-altruismo, organico e unitario del Sistema, della Creazione Originaria, che rispetta l’Ordine della Legge, l’egocentrismo-egoista, separatista, antagonico all’Ordine, generando il disordine e l’anti-Sistema.
A questo punto la Legge, che tutto sapeva e aveva previsto questo evento, possibile ma non necessario, isolò i ribelli dall’Infinito, come si deve isolare un tumore da un organismo per evitare una metastasi, senza però abbandonare i propri figli rivoltosi, che progressivamente andavano chiudendosi nella vita del finito, del limite dello spazio-tempo della materia: cioè il nostro Universo. Così ora il Dio trascendente è per noi perso nell’imponderabile, ma continua ad essere presente come Dio immanente nella creazione attuale, nel nostro Universo. La Sua intima presenza, accompagna così le creature precipitate verso l’Unità spezzatasi nel dualismo con la Ribellione iniziale.
L’intero processo, comprendente la Caduta, inoltre lasciò intatta la perfezione del Sistema e di Dio, in quanto con il crollo, che ha determinato l’involuzione e la precipitazione della creatura, fu previsto anche il piano di rientro -la Salvezza– quindi di evoluzione e risalita nel Sistema.
Così il nostro Universo appare come una temporanea imperfezione, che sarà risanata con la sua reintegrazione nel Tutto ad evoluzione compiuta, grazie proprio alla presenza costante della Legge, nel nostro Universo come in noi stessi, angeli caduti.
Biobliografia di riferimento: Il Sistema, Dio e Universo (Pietro Ubaldi)
Un pensiero riguardo “In principio erat Verbum”