Buongiorno cari lettori
Continuiamo il nostro viaggio alla “scoperta” di Dio, del Suo pensiero e della Sua presenza in ogni fenomeno osservabile.
Davanti alla nostra mente si apre una duplice visione. La prima è quella del Dio trascendente, del Dio assoluto, che per la nostra posizione relativa e limitata rimane oggi inconcepibile e inaccessibile.
Questo Dio trascendente è Colui che afferma: “Ego Sum qui Sum”, “Io Sono Colui che Sono“. Dio che non può essere definito in alcun modo, in quanto qualsiasi definizione ne rappresenterebbe un limite e l’Assoluto non ha né limiti, né confini.
La seconda visione è quella del Dio immanente, la cui presenza vivifica i fenomeni del nostro Universo, che troviamo nel nostro contingente, che anima le forme delle cose e che è accessibile anche ai nostri sensi.
Ovviamente è sempre un Unico Dio, per il principio del monismo, ad esistere, solo in due aspetti differenti, di trascendenza e immanenza, figli della nostra forma mentale e della nostra posizione relativa, immersa nel dualismo fenomenico.
L’intima presenza di Dio la troviamo ad ogni livello sin nelle più piccole formazioni di materia dei singoli atomi e nella loro aggregazione con la formazione delle molecole. Ai primordi della vita, la vediamo, nella cellula che sa fare in maniera ottimale tutte le sue funzioni, dalla nutrizione, alla respirazione, alla riproduzione. La ritroviamo nelle organizzazioni, più complesse e articolate dei tessuti e organi, che funzionano coordinate tra loro negli organismi fisici, in equilibri di funzioni che, anche quando vengono alterati, sanno riorganizzarsi con una sapienza che neanche il miglior scienziato saprebbe fare!
L’immanenza dell’Eterno la osserviamo, per esempio, nelle piante che sanno estrarre dal sole e dalla terra le sostanze per la propria nutrizione, che sanno orientarsi verso la luce, che sanno riprodursi, crescere e vivere! Quanta sapienza in una piccola pianta! Ed in lei, agli albori, c’è un suo “io”, una propria coscienza che se anche non è in grado di ragionare, sa, però, perfettamente svolgere quello che deve fare.
Dentro la piccola pianta vi è un’anima che, se anche non ha raggiunto il grado spirituale presente nell’uomo, è una ramificazione del Cosciente Universale, dell’Immanenza di Dio, che dice “io”. Tutto questo conforme al principio di individuazione, che è sempre presente, in ogni cosa che esiste secondo lo schema unico dell’Universo.
Questo Cosciente Universale è l’Intelligenza a priori che guida e da l’impulso all’intera evoluzione. Questa Intelligenza è precedente anche alla formazione degli istinti. Gli impulsi fondamentali della nostra vita, se pur guidati dagli istinti, derivano dal Cosciente Universale, che lavora per noi senza che ne abbiamo consapevolezza.
Individuazione e coscienza si fa sempre più evidente nel regno animale, dove le diverse specie manifestano uno psichismo direttivo sempre più sviluppato ed evoluto. La coscienza individuale che presiede agli elementi e alle forme inferiori della vita, è un “io” situato ai primi gradini della scala evolutiva, che si fa strumento del Cosciente Universale, ed è un semplice esecutore della Volontà Superiore della Legge. Ignara del perché lo fa, ma che fa quello che è chiamata a fare.
E in ogni cosa, con gradi di consapevolezza sempre più sviluppati, questa Intelligenza, che si individualizza, permane nonostante il divenire delle forme, che nascono, crescono e muoiono, ma che conservano la propria matrice, l’ “io”, che registra e assimila le esperienze per trasfonderle, poi, in altre nuove forme. Questo principio psichico-spirituale è la volontà di vivere che sostiene la forma.
“È questo suo intimo “io” che definisce ogni forma nelle sue particolari caratteristiche, quella forma in cui esso concretamente realizza la sua espressione. Se tutte le forme sono diverse è perché gli “io” sono diversi, pur conservando ciascuno, nella sua diversità, la comune universale caratteristica di essere “io” (Dio e Universo, Pietro Ubaldi)
Se fino al livello dell’animale, non vi è libertà perché l’essere è governato dagli istinti in modo meccanico e deterministico, nell’uomo, l’evoluzione della coscienza gli fa acquistare una nuova qualità, quella della libertà e di un’intelligenza che gli permettere di ragionare ed analizzare, diventando così responsabile delle sue azioni.
Evoluzione non è svanire, dunque, come individualità, annullandosi nella vacuità, perdendo la ricchezza delle esperienze fatte e delle lezioni apprese, ma bensì l’opposto, cioè l’affermazione e il sempre maggiore manifestarsi di individuazioni particolari, intelligenti, coordinate e collaboranti con il Cosciente Universale, unite ma non annullate!
Individuazioni e coscienze che sempre si amplificano e si espandono secondo il principio delle unità collettive. Così, per mezzo di questo secondo principio, ad esempio, l’uomo abbraccia nel proprio “io” la famiglia, il proprio stato, le altre nazioni fino al mondo intero, in unità sempre più vaste e complesse, coordinandosi e collaborando con tutti gli altri “io”. Evoluzione è così sinonimo di collaborazione.
Per concludere l’”Io Sono” del Dio trascendente, Intelligenza che è Centro di Tutto nell’Infinito, si ritrova polverizzato in infiniti piccoli “io sono”, nel finito del tempo e dello spazio del nostro Universo, tutti in cammino per riunire i frammenti nell’Uno.
Un “io” che traspare dalle forme, intima anima della vita. “Io” che vediamo nella luce degli occhi che vivifica i nostri corpi, e che sfugge nell’imponderabile con la morte, ma che rimane sempre vivo.
“Io” con cui ci parla la vita di ogni cosa e che esige rispetto e cura. Così ci parla il vento, il mare, così ci parlano i fiori, le piante e gli animali, tutta la nostra terra e il firmamento delle stelle.
Da Dio non si può sfuggire, perché siamo immersi in Lui e Lui ci parla attraverso la Sua Creazione, dall’infinitamente grande all’infinitamente piccolo e soprattutto nella parte più profonda di noi stessi!
Bibliografia di riferimento: Dio e Universo (Pietro Ubaldi)
Un articolo veramente meraviglioso! Grazie 🙂
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Grazie Leonardo!
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